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Afghanistan, il Panshir resiste ancora ai talebani  

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AGI – Slitta ancora l’annuncio sulla formazione del governo dei talebani, mentre riapre l’aeroporto di Kabul e il Panshir, unica provincia afghana non ancora nelle mani del movimento islamista, cerca di resistere e continua a combattere.

L’Italia pensa intanto alla ricollocazione della sua ambasciata, visto che al momento con ci sono le condizioni di sicurezza per una riapertura della rappresentanza diplomatica a Kabul, ha spiegato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, durante la sua visita nei Paesi limitrofi all’Afghanistan, iniziata dall’Uzbekistan.

Ambasciata da ricollocare

“Prende sempre più consistenza l’idea di ricollocare le ambasciate, in maniera temporanea, a Doha”, ha spiegato Di Maio, che ne discuterà  domani con le autorità qatarine durante la sua visita a Doha“. La decisione sarà presa comunque di concerto con i partner europei. 

L’aeroporto internazionale di Kabul è tornato a essere operativo per i voli umanitari e presto lo sarà anche per gli aerei di linea, ha riferito l’ambasciatore del Qatar, citato dal Al Jazeera, precisando che è stata riparata la pista dello scalo e due aerei sono già partiti in direzione di Mazar-i-Sharif e di Kandahar. Il Comitato per l’informaziona dei talebani ha precisato che l’aeroporto non è ancora pienamente operativo: “E’ stato distrutto dagli americani, abbiamo bisogno di tempo per ripararlo. Ma prevediamo che entro pochi giorni i voli internazionali potranno riprendere”, ha detto un membro del Comitato. 

Si combatte nel Panshir

Si continua a combattere nella valle di Panshir, ultima sacca di resistenza del fronte anti-talebano e appare ora cruciale il fattore tempo. Se per i talebani la conquista della valle appare imminente, al punto da aspettarla per annunciare il nuovo governo, i miliziani sembrano puntare a resistere fino all’arrivo della cattiva stagione. 

Uno dei leader della resistenza, Amrullah Saleh, ha smentito i talebani che avevano rivendicato la conquista della valle, pur ammettendo che le condizioni sono difficili. Gli estremisti islamici hanno infatti oscurato internet e bloccato le linee telefoniche ed elettriche.

L’unica notizia certa l’ha fornita Emergency: nella loro avanzata i talebani hanno raggiunto il villaggio di Anabah dove l’Ong italiana gestisce un centro chirurgico e pediatrico e un centro di maternità. La valle del Panshir si trova a nord della capitale Kabul ed è una delle province più piccole del Paese, nascosta e sovrastata da montagne. E’ una tradizionale roccaforte anti-talebana e vi abitano circa 200 mila abitanti, molti di questi già in fuga. 

Il ‘leone’ resiste

La resistenza, che comprende ex membri delle forze di sicurezza afghane e milizie locali, è guidata da Ahmad Massoud, il figlio del “leone del Panshir” ucciso nel 2001. Se dovesse reggere fino alla fine di ottobre, è probabile che i rigidi mesi invernali impediscano ulteriori offensive su larga scala dando fiato ai miliziani di Massoud.

“Non rinunceremo mai a lottare per Dio, liberta’ e giustizia”, ha scritto Massoud sul suo profilo Facebook. Venerdì si erano uditi a Kabul numerosi spari di festeggiamenti per la presunta conquista della provincia, durante i quali, secondo le agenzie locali, sarebbero morte 17 persone.

La protesta delle donne

Nella capitale i talebani hanno interrotto la seconda protesta di donne in due giorni e ci sono diverse testimonianze di scene di violenza e uso di gas lacrimogeni per disperdere la folla diretta verso il palazzo presidenziale. Altre manifestazioni di protesta si sono tenute nei giorni scorsi ad Herat.

A Kabul stanno anche lentamente scomparendo dalle strade i murales dipinti dagli artisti afghani negli ultimi vent’anni e raffiguranti le conquiste libertarie ottenute; al loro posto stanno comparendo frasi propagandistiche del nuovo regime e slogan che lodano i combattenti talebani per l’accordo di Doha e il ritiro delle truppe statunitensi dal Paese. 

Source: agi


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