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In Afghanistan si combatte e si muore per una bandiera

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AGI – Nell’Afghanistan tornato sotto il dominio dei talebani, bandiere di segno opposto sventolate da una parte e dell’altra sono utilizzate per riaffermare il nuovo potere ma anche i tentativi di resistenza agli estremisti.

Tentativi duramente repressi, con un bilancio di oltre 35 morti. Ma quali sono il significato e la storia dei vessilli rivali, parte integrante del nuovo scenario afghano e dei rapporti di forza sul terreno.

Il tricolore afghano

La bandiera dell’Afghanistan degli ultimi due decenni è composta da tre bande verticali di colore nero (lato dell’asta), rosso e verde, colori presenti in molti vessilli del Paese dal 1928 in poi. Al centro è stato aggiunto uno stemma tipicamente afghano con una moschea e le sue maharib rivolte verso la Mecca. La prima versione, adottata nel 2002 dall’amministrazione transitoria afghana, è stata successivamente modificata due volte, nel 2004 e nel 2013, per arrivare alla bandiera portata in piazza negli ultimi giorni dai civili, in un gesto di resistenza ai talebani.

L’ultima versione contiene l’aggiunta di un pulpito a fianco alla Mecca nello stemma di colore bianco, posto al centro. La bandiera di Stato utilizzata prima della caduta del governo nei giorni scorsi è molto simile a quella in vigore dal 1930 al 1973.
Il vessillo nazionale è più che una bandiera: è diventato il simbolo dell’identità degli afghani negli ultimi due decenni e della loro travagliata storia. È il motivo per cui negli scorsi giorni è stata ammainata dai talebani che al suo posto hanno innalzato la loro e per il quale è stata portata in piazza da parte della popolazione in segno di sfida.

Ziaulhaq Amarkhil, governatore della provincia di Nangarhar di cui Jalalalad è capoluogo, teatro di gravi disordini, ha ricordato che la bandiera è stata voluta proprio da Amanullah Khan, sovrano in carica dal 1919 al 1929.

La bandiera bianca dei talebani

Dopo aver riconquistato le principali città e la capitale Kabul, i talebani non hanno perso tempo per ammainare la bandiera nazionale afghana, il tricolore, e innalzare la propria, sostituendo il vessillo utilizzato negli ultimi 20 anni in segno di vittoria sugli occupanti stranieri e di affermazione della propria identità.

La bandiera dei talebani è di colore bianco con la scritta Shahada in nero al centro, ovvero la dichiarazione di fede islamica. La bandiera bianca è comparsa durante la prima conferenza stampa del loro portavoce, Zabihulla Mujahid. Questo stendardo ha fatto la sua apparizione per la prima volta in Afghanistan nel 1994. In origine era una semplice bandiera bianca, identica a quella utilizzata dagli antichi Omayyadi e poi utilizzata dai talebani quando presero il potere su buona parte del territorio nazionale, dal 1996 al 1997.

Successivamente, quando venne istituito l’Emirato islamico dell’Afghanistan, i talebani aggiunsero anche una scritta nera, la Shahada, riportata al centro. La Shahada costituisce uno dei cinque pilastri dell’Islam ed esprime la “testimonianza” con cui il fedele musulmano dichiara di credere in Dio e, non meno importante, esprime anche il concetto del tawḥid, ossia che Dio è l’unico e il solo dio.

La sua presenza sulla bandiera viene interpretata come l’ambigua devozione dei talebani verso l’Islam. In effetti sullo stesso schema si basano le bandiere di altre organizzazioni terroristiche, tra cui Al Qaeda e Isis, ma con i colori invertiti, ovvero scritta bianca su sfondo nero. Uno stendardo molto simile è anche quello dell’Arabia Saudita, ma con scritta bianca e sfondo verde. Dal 2002, li talebani hanno usato la loro bandiera come segno di resistenza alla presenza Nato nel Paese, alle forze straniere e al governo da loro non riconosciuto.

La bandiera nera dell’Isis

L’altra bandiera tristemente nota e innalzata in molti Paesi, tra cui appunto l’Afghanistan, è quella dei jihadisti dell’Isis. È uno stendardo nero con al centro la Shahada – versetti islamici – scritta in bianco. In realtà risale a una tradizione Pashtun che la usava come insegna militare nel XVIII secolo, durante la dinastia Hotak.

Negli anni ’90 la stessa bandiera venne adottata dai talebani, quindi da Al Qaeda per essere utilizzata globalmente dal movimento dello jihadismo nei primi anni 2000 e dal 2010 dallo Stato Islamico. La bandiera storica nera non aveva alcuna iscrizione e la sua variante con scritta bianca è stata comunemente chiamata al-raya (la bandiera) o Rayat al-‘uqab (bandiera dell’aquila) secondo la tradizione degli aḥadith.

Alcuni osservatori occidentali l’hanno soprannominata la bandiera nera della jihad, quella adottata da diverse organizzazioni estremistiche islamiche tra cui oltre al-Qaeda e Isis anche al-Shabaab e l’Unione delle corti islamiche, diventando un famigerato simbolo di morte, soprusi e barbarie.

 

Source: agiestero


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