L’emergenza incendi, al Sud, continua. Si registrano segnali di miglioramento ma sono ancora numerosi i roghi attivi, soprattutto in Calabria e Sicilia, che minacciano anche abitazioni e numerose aziende agricole.
Intanto, tra botta e risposta nel mondo politico, con accuse sulla mancata prevenzione e ritardi negli interventi, e in attesa di una risposta sulle richieste dello stato di emergenza chiesto dalle Regioni Sicilia e Calabria, arriva in piazza la protesta dei cittadini.
A Badolato, nel Catanzarese, dove le fiamme hanno distrutto molti ettari di bosco, questa mattina numerose persone hanno manifestato, con cartelli e striscioni, per chiedere interventi concreti contro gli incendi, maggiore cura del territorio e sicurezza per le gente.
«Sono 59 i roghi attivi in Calabria. Un dato in diminuzione rispetto alla giornata di ieri, ma la situazione continua a essere grave”, ha reso noto il presidente della Giunta regionale, Nino Spirlì, che ha ricevuto il nuovo report di Calabria verde sugli incendi attivi in regione, aggiornato alle ore 11.10 di questa mattina. «Dei 59 incendi registrati questa mattina – continua il presidente – 12 sono di interfaccia. Le squadre impegnate nelle operazioni di spegnimento sono in tutto 70. I mezzi aerei regionali sono attualmente operativi nei comuni di Isca sullo ionio, Cardeto, Longobucco e Orsomarso, quelli dello Stato a Bagaladi. Più nello specifico, è presente un canadair in ognuno di questi comuni: Isca, Cittanova, San Luca, Mammola, Aiello. Un elicottero dell’esercito è attivo su Mendicino. Le criticità maggiori si registrano nel Reggino e, precisamente, nelle zone Bagaladi/Cardeto, Grotteria/Mammola/Martone, di San Luca e Cittanova. Nel condannare, una volta di più, l’azione scellerata dei piromani – conclude Spirlì – non posso non rivolgere un sentito ringraziamento a tutte le squadre di soccorso regionali e nazionali che si stanno prodigando senza risparmio per far rientrare questa emergenza». Sempre in Calabria si continua a lottare, in Aspromonte, per tenere in salvo le “Faggete vetuste”, da poco patrimonio dell’Unesco, da alcuni giorni circondate dalle fiamme. In zona sono andati distrutti alcuni alberi secolari e la biodiversità in molto territori è abbastanza compromesse, ma le Faggete – hanno reso noto dall’ente Parco nazionale dell’Aspromonte – sono ancora in salvo. In Calabria, da giugno a oggi, gli incendi hanno causato 5 morti, tutti nel Reggino.
Un’altra notte di fiamme è trascorsa in Sicilia, nei comuni in provincia di Palermo, in particolare sulle Madonie, a Polizzi Generosa, Castellana Sicula e Geraci Siculo. Da stamattina bruciano boschi e macchia mediterranea anche a Petralia Sottana e Petralia Soprana. Da ieri continuano a operare vigili del fuoco, forestale e Protezione civile, intervenuti anche per proteggere abitazioni e aziende insidiate dalle fiamme, alimentate anche dalle alte temperature e dal forte vento, a tratti di scirocco. Ed è ancora difficile la situazione nel Ragusano, devastato dalle fiamme. Sono in azione due elicotteri e due canadair. L’incendio scoppiato ieri mattina a Calaforno, in territorio di Giarratana, sta continuando la sua corsa. Attualmente preoccupano le condizioni a cava Cavoli lungo la Giarratana-Ragusa e cava Volpe sulla Ragusa-Chiaramonte, costone che si affaccia verso Giarratana. La pineta di Calaforno è una distesa spettrale, cenere dell’incendio è arrivata fino al mare. Ieri si è sviluppato un altro incendio in località San Giacomo, nel comune di Ragusa.
Sono itate domate le fiamme del pericoloso incendio sul Monte Arci, nell’Oristanese, che ieri ha riportato la paura in tutto il territorio, due settimane dopo il grande rogo nel Montiferru e nelle Planargia. Secondo una prima stima, sono più di cento gli ettari di bosco interessati dal nuovo rogo, uno dei più pericolosi dei 44 focolai che ieri si sono registrati in Sardegna. Nell’avanzare delle fiamme una casa di campagna è andata distrutta, ma non si registrano danni alle persone.
Calcolare i danni causati dall’emergenza incendi in diverse regioni è quasi impossibile. Si tratta di un vero e proprio disastro ambientale senza precedenti – sottolineano esperti e amministratori locali – e solo nei prossi giorni, a roghi spenti, sarà possibile una prima stima dei danni, che comunque si annunciano molti ingenti. Tra i comuni di Gangi, Geraci, San Mauro Castelverde e Castel San Lucio, in Sicilia, ci sono 400 aziende zootecniche che sono state colpite dalle fiamme, secondo una prima stima dei danni degli incendi tra le Madonie e Nebrodi arrva da Francesco Migliazzo, sindaco di Gangi, che chiede insieme con gli altri primi cittadini lo stanziamento urgente di prime somme per dare ossigeno a una economia agricola distrutta. tra le soluzioni ipotizzabili durante il tavolo tecnico di ieri, valutate in sede regionale e riprese dal ministro Patuanelli, spiega Migliazzo il giorno dopo il vertice con il titolare del dicastero delle Politiche agrocole, c’è la rimodulazione della sottomisura 5.2 del Psr della Regione per il “ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici”.
Source: agi