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Parmenide. Attributi dell’essere

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di Gianni De Iuliis

«Ma tu da questa via di ricerca allontana il pensiero né l’abitudine nata dalle molteplici esperienze ti costringa lungo questa via, a usar l’occhio che non vede e l’udito che rimbomba di suoni illusori e la lingua, ma giudica col raziocinio la pugnace disamina che io ti espongo. Non resta ormai che pronunciarsi sulla via che dice che è. Lungo questa sono indizi in gran numero. Essendo ingenerato è anche imperituro, tutt’intero, unico, immobile e senza fine. Non mai era né sarà, perché è ora tutt’insieme, uno, continuo. Difatti quale origine gli vuoi cercare? Come e donde il suo nascer? Dal non essere non ti permetterò né di dirlo né di pensarlo. Infatti non si può né dire né pensare ciò che non è».

(Parmenide)

L’essere vero e autentico possiede una serie di caratteristiche, di attributi che nascono innanzi tutto dalla convinzione che il non essere non è. Pertanto ogni attributo dell’essere vero e autentico nasce dal presupposto che bisogna rifiutare tutto ciò che concerne il non essere.

ATTRIBUTI DELL’ESSERE:

  1. L’essere è ingenerato e imperituro, perché se nascesse o se morisse implicherebbe il non essere, cioè nascerebbe giungendo dal nulla e perirebbe dissolvendosi nel nulla;
  2. L’essere è eterno, cioè è al di là del tempo, è sempre presente. Il passato è infatti ciò che non è più, il futuro ciò che non è ancora. Entrambe le dimensioni temporali implicherebbero il non essere;
  3. L’essere è immutabile e immobile, perché se mutasse o si muovesse, si troverebbe in una serie di stati o situazioni in cui prima non si trovava, e quindi implicherebbe il non essere;
  4. L’essere è unico e omogeneo, perché se fosse molteplice o indifferenziato implicherebbe intervalli di non essere;
  5. L’essere è finito, perché la finitudine è sinonimo di compiutezza e perfezione, secondo la cultura greca (concetto di sfera).

(37. Continua)