AGI – A Mosca nessuno si aspetta una svolta nei rapporti bilaterali con Washington dal primo vertice tra i presidenti Vladimir Putin e Joe Biden, previsto a Ginevra. L’obiettivo principale per il Cremlino è riportare in un perimetro controllato lo scontro tra i due Paesi. È l’analisi di Fyodor Lukyanov, tra gli analisti russi di affari internazionali più noti e docente all’Alta scuola di economia. La questione ora, scrive Lukyanov in un’analisi sul summit pubblicata da Rossiskaya Gazeta, è “liberarsi dell’atmosfera completamente anormale, malsana e irrazionale che si è creata tra i due Paesi negli ultimi anni”.”Per quanto strano possa sembrare”, spiega, “la Russia e gli Stati Uniti hanno bisogno di uno conflitto ordinato: una consapevolezza dei reali punti di contrasto, della loro gerarchia e almeno un’idea di base del quadro in cui si collocano e dei limiti consentiti”.
“Per la maggior parte dell’ultimo decennio”, ricorda l’analista, “si è scivolati in un confronto caotico, spesso privo di motivazioni ragionevoli e profondamente influenzato dalle reciproche paure interne. Questo ha raggiunto il suo picco durante l’amministrazione Trump, durante la quale i rapporti politici russo-americani si sono trasformati in una farsa, nonostante la reciproca curiosità che Trump e Putin provavano l’uno per l’altro”.
E se aggiungiamo la crescente perdita di equilibrio nell’arena mondiale nel suo insieme e l’erosione di tutte le istituzioni internazionali, non sorprende che, in confronto, lo schema entro il quale si muoveva l’interazione tra Mosca e Washington durante la Guerra Fredda abbia cominciato a sembra quasi un’età dell’oro”.
Anche se secondo Lukyanov, per diversi motivi, è improprio oggi parlare di nuova Guerra Fredda tra le due potenze, il “grado di sfiducia reciproco” è paragonabile a quello dell’epoca. “Come allora, l’obiettivo non è risolvere insieme dei dossier o partecipare a progetti comuni”, sottolinea, “ma ridurre al minimo i rischi associati alla rivalità politico-militare”. Nel vertice di Ginevra, secondo l’analista, si assisterà così a un ritorno al tema classico del confronto tra i due Paesi, basato sulla cosiddetta stabilità strategica.
“Finché Russia e Stati Uniti disporranno di arsenali nucleari in grado di distruggersi fisicamente a vicenda, dovranno affrontare questi temi”, sostiene Lukyanov.” Se, a seguito dei risultati dei colloqui di Ginevra, Putin e Biden annunceranno di voler incaricare professionisti (militari, diplomatici, scienziati) di discutere nuovi principi per rafforzare la stabilità strategica, sulla base delle innovazioni raggiunte, sarà una conquista”. “Il resto”, conclude l’analista, “dalla geopolitica regionale agli interessi economici, ha un ruolo subordinato”.
Source: agi