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La Generazione Z alla scoperta dell’AgroAlimentare

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di Alessio Vitale

Negli ultimi anni sono sempre di più i giovani che hanno deciso di intraprendere un percorso di studio legato all’agroalimentare e all’ambiente.

Ma ci siamo chiesti il perché? Forse perché negli ultimi anni si sente parlare sempre più di aumento della popolazione, di fame nel mondo, di cambiamenti climatici, di Greta Thunberg, di sostenibilità. Da qualche mese, dall’arrivo di Draghi, anche l’istituzione del nuovo Ministero della Transizione Ecologica gioca un ruolo importante nel sensibilizzare tutti al rispetto della Terra in questo periodo storico. Sappiamo tutti che l’agroalimentare italiano, già da un decennio, sta subendo una forte crisi, dettata anche da una politica a sfavore dei coltivatori e allevatori italiani.

Sicuramente i giovani hanno intenzione di intraprendere un percorso di formazione agricola, non per la moda del momento, perché sappiamo bene che la moda con il tempo cambia, ma perché per fare il cambiamento si sente l’esigenza di partire dal territorio, proprio dalla terra; forse sì, torneremo tutti a conoscere le tematiche agricole, a credere e investire nell’agricoltura. E questa sarà la nostra salvezza.

L’Agricoltura racchiude più significati di quello che può sembrare, quando si parla di questo settore, ci si riferisce all’ambiente, all’alimentazione, che sono tematiche che riguardano tutti e non solo chi ha a che fare con le attività agricole, infatti l’agricoltore del futuro non sarà il semplice “produttore di alimenti”, ma ad esso sarà riconosciuto il ruolo di conservatore del territorio, di custode della tradizione, di salvaguardia dell’ambiente, ovvero produttore di beni e servizi utili a tutta la comunità. Quindi è il momento di credere e difendere l’agroalimentare italiano e aiutare i tanti giovani che vogliono scommettersi nel territorio aprendo nuove aziende e tutelare gli agricoltori dalla forte concorrenza sleale da parte degli alti paesi anche extraeuropei che hanno costi di produzione nettamente inferiori e utilizzano prodotti fitosanitari che in Italia sono banditi, affinché possano continuare ad investire e a creare posti di lavoro.

Sicuramente è questa la traiettoria da seguire affinché nel post pandemia ci possa essere la ripresa economica ma anche ambientale, che la “Generazione Z” rivendica tanto.

Riusciranno tutte queste motivazioni a fare capire alla politica di aiutare le aziende, tutelare le produzioni agroalimentari italiane per migliorare la situazione economica e ambientale del territorio? AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA.