AGI “Ho avuto paura e nessuno è intervenuto”. Vittima di una pesante aggressione verbale a sfondo omofobo, Francesco, 26 anni, di Castelsardo, nel Sassarese, è ancora scosso, dopo quanto gli è successo lunedì scorso, 26 aprile, a Sassari davanti a diverse persone che hanno assistito alla scena senza aiutarlo. L’episodio è documentato da un video realizzato dallo stesso responsabile degli insulti e diffuso in rete. L’AGI ne pubblica solo una parte, omettendo quella in cui la vittima è bersaglio di parolacce e volgarità.
“Ero in fila nel piazzale della struttura di San Camillo per una visita medica”, racconta Francesco all’AGI. “Oltre a quella per il mio ambulatorio, in periodo Covid ci sono anche code per altri tipi di assistenza, fra cui il Serd. A un certo punto mi sono reso conto che un uomo mi stava riprendendo”. La versione è confermata dalle immagini diffuse che nei frame successivi documentano il giovane che chiede di interrompere la registrazione, ma l’uomo prosegue nel suo intento. Il ragazzo ha chiesto se ci fosse una guardia.
“È un paraculo”, si sente scandire l’uomo in dialetto sassarese, rivolto al ragazzo, mentre si avvicina ad altre persone, forse suoi conoscenti. Gli insulti sono proseguiti con una rapida escalation di volgarità a sfondo sessuale e omofobo, mentre il video prosegue. Poi le minacce: “Ti faccio avere la pensione d’invalidità”, si sente dire Francesco. “Mi sono spaventato”, spiega il giovane, “non sapevo chi avessi di fronte e quanto potesse essere violento”.
Il video dura circa un minuto ma l’aggressione verbale prosegue per un’altra mezz’ora, anche quando Francesco chiede alla guardia di farlo attendere dentro la struttura: “Sentivo ancora gli insulti provenire dall’esterno”. Francesco ha poi chiamato il 113: “Mi hanno detto di sporgere denuncia”. Il pesante attacco verbale è avvenuto, come si evince anche dal video, davanti ad altre persone che non sono intervenute: “Ce n’erano almeno 8 nella mia fila, ma abbassavano lo sguardo: mi ha fatto male. Ero agitato tanto che non ho potuto svolgere con serenità la mia visita e quando l’ho terminata ero terrorizzato che quella persona fosse ancora là fuori”.
Francesco è tornato a casa sconvolto e solo più tardi ha realizzato la gravita’ di quanto subito, dopo essersi confidato con un’amica. “Sono stato male per due giorni, ho vomitato più volte”, racconta all’AGI. Ma poi ha trovato il coraggio di andare in questura a denunciare l’accaduto: “Ora ho scoperto nome e cognome di quella persona da Facebook e dovro’ tornare per integrarla anche se per ora gli agenti mi hanno detto che non potranno fare molto. Cosa deve succedere?”, si sfoga il giovane. “Ci deve scappare il morto perché si possa intervenire?”.
Francesco ha subìto anche in passato atti di bullismo a sfondo omofobo e body shaming, un dolore che non si rimargina e l’ha segnato: “Ero un adolescente obeso e venivo preso di mira. Le ferite sono ancora aperte, mi hanno procurato molte conseguenze pesanti dalle quali sto cercando di uscire. Ho fatto un percorso di formazione”, ricorda il giovane. “E ora lavoro, cerco di andare avanti facendomi coraggio, ma questo episodio mi ha buttato nuovamente giù. Però, ora basta. Voglio reagire e spero che questa mia denuncia e il clamore per il video possano essere un contributo, perché nessuno debba subire ancora atti di questo tipo. Inoltre, spero che questa persona capisca l’errore che ha fatto”.
Un’altra aggressione omofoba si aggiunge alla cronaca a distanza di un mese da quella documentata, sempre con un video, nella metropolitana di Roma nei confronti di due ragazzi che si sono scambiati un bacio. Ieri il disegno di legge contro omotransfobia e misoginia, che porta il nome del primo firmatario Alessandro Zan, deputato del Pd, è stata calendarizzata in commissione Giustizia al Senato, dopo qualche azione di ostruzionismo da parte di alcuni esponenti del centrodestra. Dopo che il testo è passato, a maggioranza, alla Camera nel novembre scorso, ora si attende la data per la discussione nell’aula di palazzo Madama.
Source: agi