AGI – Giuseppe Conte fa appena in tempo a dire “Il M5s ci sarà” prima che il collegamento con Goffredo Bettini ed Enrico Letta salti. Un assist troppo ghiotto per Bettini: “E’ un complotto”, dice sardonico riferendosi alle accuse di “complottismo” che gli sono piovute addosso dopo aver detto che il governo Conte è caduto per una convergenza di interessi nazionali e internazionali. Ma, intanto, il dato è tratto o, almeno, sembra. “Perlomeno ha fatto in tempo a dire che il M5s ci sarà”, osserva Enrico Letta. Di più: l’ex premier promette che un “Movimento 5 Stelle completamente rigenerato darà un apporto fondamentale” a quel percorso di costruzione di un campo larga, una Piazza Grande per dirla con Nicola Zingaretti, con il quale battere le destre alle politiche del 2023.
Una piazza grande che come dice Enrico Letta è nata “con l’azione prima ancora che con il pensiero”. Ovvero, con l’esperienza di governo che ha visto collaborare per la prima volta il Pd e il M5s, dopo anni di attacchi reciprochi. Di qui al 2023, però, ce n’è di strada da fare e di test da superare. Il primo è già dietro l’angolo: le amministrative di ottobre vedono le forze che di questo campo largo, o piazza grande, dovrebbero fare parte molto lontane da quella “empatia”, da quel “prendersi per mano”, di cui parla il segretario dem. Questo, certamente, per la fase tumultuosa di rinnovamento che sta attraversando il Movimento 5 Stelle. Tuttavia, Conte vuole rassicurare i potenziali alleati e il suo stesso partito promettendo che “avrete un M5s completamente rigenerato che porterà un grande contributo a questo cammino”.
Una rigenerazione che parte dalla chiara collocazione, dopo tentennamenti e ambiguità, del Movimento 5 Stelle in un campo di centrosinistra: “La vocazione popolare è la vena più autentica che ha sin qui caratterizzato il Movimento”, spiega il leader in pectore del M5s: “Se la destra è conservazione, il M5s ha espresso una carica progressista, forse la più efficace, rispetto allo status quo”. Di più: “M5s può rivelarsi una forza di sinistra per la carica progressista”. E’ per evitare che la sua stessa natura esponga il M5s a strumentalizzazioni che Conte ha deciso, come prima cosa, di dotare il Movimento di “una carta dei valori contro le ambiguità sulle scelte da fare”, insomma “per evitare scelte opportunistiche”.
Sui tempi della rigenerazione, Conte si mostra più ottimista di quanto raccontino le cronache, dicendo che si tratta di un percorso da completare “in alcuni giorni. Anche sulla piattaforma”, aggiunge con riferimento al ‘nodo’ Rousseau, “perchè la gestione tecnica sia distinta assolutamente dalla gestione politica”. Il segretario Pd apprezza, “il discorso di Conte è stato un discorso importante e impegnativo di convergenza”, aggiunge che con Giuseppe Conte e Elly Schlein c’è la possibilità di dare quell’immagine di “empatia e stima”, presupposti di ogni coalizione. “La coalizione deve essere fatta da persone che sono in empatia, altrimenti il Paese non ci darà fiducia”.
Ma questa piazza grande, avverte il leader dem, “ha senso se applichiamo questa empatia nella costruzione della proposta politica per le elezioni del 2023. Le elezioni amministrative saranno una tappa verso quel percorso, ma l’obiettivo è costruire una idea dell’Italia che deve essere vincente alle politiche del 2023. Sono convinto che questa convergenza arriverà e le amministrative saranno una tappa, non ho timore di viverle come una tappa intermedia”, conclude Letta.
Per quanto riguarda M5s nei giorni scorsi alcuni parlamentari che attendono il nuovo progetto di Conte hanno incontrato i vertici, hanno espresso le proprie perplessità ma – spiega una fonte parlamentare – “ci hanno risposto che l’importante è garantire i soldi per il nuovo corso, non si intende trattenere nessuno”. Una quarantina tra deputati e senatori, soprattutto quelli al secondo mandato, non esclude di uscire. Si aspetta di capire le prossime mosse dell’ex presidente del Consiglio ma anche come si pronuncerà domani la procura di Cagliari sul ricorso presentato dalla consigliera regionale espulsa Cuccu. Potrebbe arrivare un assist per l’ex presidente del Consiglio ma in ogni caso – riflette un ‘big’ – Casaleggio non mollerà la presa, non darà il via al trasferimento dei dati degli iscritti al Movimento.
Insomma in diversi sono pochi ottimisti sulla possibilità che possa sciogliersi a breve il nodo della formalizzazione della leadership del giurista pugliese alla guida del Movimento. E intanto nelle principali città come Roma, Torino, Bologna, Milano e forse Napoli – il Movimento 5 stelle si prepara ad andare da solo. “Poco coraggio da parte del Pd, il Movimento 5 stelle va avanti da solo”, dice la sindaca di Torino, Appendino. “Al Pd chiediamo rispetto per la nostra candidata a Roma”, rilanciano i Cinque stelle difendendo Raggi. Ma l’allarme è che in mancanza di un accordo il risultato alle Comunali possa non essere favorevole. Conte del resto riguardo al rapporto con il Pd, pur rimarcando che “non si parte da zero” e la collaborazione portata avanti anche con Leu nello scorso governo, è stato chiaro: “I tempi – dice – non sono ancora maturi per una alleanza a tutto tondo”.
L’ex premier punta sull’autonomia M5s, rimarca come la connotazione originaria destra-sinistra sia superata e, come ha confidato a piu’ di un interlocutore, continua a guardare anche ai moderati di FI e a quegli esponenti centristi che lo hanno sostenuto soprattutto nella parte finale del suo governo. E sui nodi interni ha inviato messaggi in qualche modo rassicuranti: il principio uno vale uno deve essere superato, “e’ necessario considerare la competenza”, “il sovranismo di Fdi e Lega non fornisce risposte adeguate”. M5s? “Ha una vocazione popolare ed è una forza di sinistra”, resto ci sara’ “un grande evento per discutere il nuovo statuto ed eleggere i nuovi organi di vertici”, la democrazia diretta non sparirà, “ancora qualche giorno e – spiega – completiamo il processo ricostituente” del M5s “risolviamo alcune questioni” a partire dal “chiarimento sulla piattaforma digitale: bisogna chiarire che la responsabilità politica deve essere distinta dalla gestione tecnica”. In realtà la caccia ad un ‘nuovo’ Rousseau non si è ancora conclusa. “Stimo Conte, ma il Movimento sta perdendo la visione sulla realtà”, il giudizio ‘tranchant’ di Di Battista.
Source: agi