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In Cina lo spreco alimentare diventa un crimine 

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AGI – Nella sua lotta agli sprechi alimentari, la Cina ha deciso che i banchetti pantagruelici diventano un reato. Il gigante asiatico – il più grande importatore mondiale di prodotti alimentari che però non ha dimenticato la carestia che, negli anni Sessanta, fece decine di milioni di vittime – ha lanciato ormai da mesi la lotta agli sprechi alimentari.

È stato lo stesso presidente, Xi Jinping, che lo scorso agosto ha esortato i connazionali a essere più frugali e più attenti nella gestione delle risorse. In alcuni ambienti infatti è abitudine organizzare banchetti pantagruelici ordinando più di quanto gli ospiti possano mangiare. È chiaramente un segno di disponibilità economica ma il risultato è che, secondo i dati ufficiali, l’industria della ristorazione, solo nelle aree urbane, spreca quasi 18 milioni di tonnellate di cibo ogni anno.

Ora il Parlamento cinese ha votato un testo che fa dello spreco alimentare un crimine; la legge apre anche alla possibilità per i servizi di ristorazione possano far pagare i propri clienti in caso di spreco. Al contrario, ha reso noto l’emittente di Stato CCTV, chi finisce correttamente la propria ciotola può essere “premiato” (non è chiaro come) mentre i ristoratori che incoraggiano a ordinare in eccesso rischiano una multa fino a 10.000 yuan (1.274 euro, più dello stipendio medio mensile).

Il testo sanziona pesantemente anche i video di orge alimentari, che sono molto popolari online, quelli in cui le persone fanno a gara per chi mangia di più. La pandemia di coronavirus e le gravi inondazioni degli ultimi mesi hanno aumentato i prezzi del cibo; e questo, unito alle parole di Xi, ha sollevato la questione della sicurezza alimentare e del rischio delle possibili carenze.

Come nel periodo di massimo splendore del maoismo, le parole di Xi sono però state sufficienti a innescare una pletora di iniziative più o meno efficaci: un ristorante a Changsha ha addirittura invitato i clienti a pesarsi prima di ordinare un menu adattato al proprio peso (o sovrappeso…).

Source: agi


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