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19 APRILE 1987. LA PRIMA APPARIZIONE DEI SIMPSON

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di Gianni De Iuliis

La prima apparizione dei Simpson si ebbe nel talk show TRACEY ULLMAN SHOW, il 19 aprile 1987, in un corto intitolato Good Night. Da quel momento, per due anni, I Simpson andarono in onda durante gli intermezzi pubblicitari dello show, ottenendo un buon successo.
Lo show THE SIMPSONS debuttò sotto forma di episodi in prima serata il 17 dicembre 1989.
È una popolare sitcom animata creata dal fumettista statunitense Matt Groening. È una parodia della società e dello stile di vita statunitensi. Protagonista la famiglia Simpson appunto, di cui fanno parte Homer, Marge e i loro tre figli Bart, Lisa e Maggie.
Ambientato in una cittadina statunitense chiamata Springfield, lo show tratta in chiave umoristica molti aspetti della condizione umana.
Il numero del magazine Time del 31 dicembre 1999 lo ha acclamato come «miglior serie televisiva del secolo».
Il 14 gennaio 2000 lo show ha ottenuto una stella nella Hollywood Walk of Fame. È la più lunga sitcom e serie animata statunitense mai trasmessa, ameno fino a oggi.
Mi piace soffermarmi in questo articolo su Springfield, una cittadina immaginaria degli Stati Uniti nella quale sono ambientate le vicende dei Simpson. È impossibile determinare la posizione della città, visto che nello show vengono deliberatamente inserite informazioni contraddittorie. Il nome stesso della città è stato scelto in quanto uno dei più comuni negli Stati Uniti: ci sono infatti circa 71città statunitensi con questo nome. Evidente che essa è il simbolo degli Stati Uniti, rappresentando parodisticamente la società americana nel suo insieme e non una precisa città. Come ha dichiarato nell’aprile 2012 in un’intervista, nella scelta del nome l’autore Matt Groening si è ispirato alla Springfield situata nell’Oregon, luogo in cui è ambientata la serie televisiva Father Knows Best che vedeva da bambino.
La geografia della città cambia in base alle necessità di ogni episodio. Talvolta appare un porto, un lago, un’area naturalistica, quindi scompaiono per poi riapparire in altri episodi.
Nel mondo immaginario della sitcom la città non gode di buona reputazione, infatti nel corso degli anni è stata definita «la città più obesa», «la città che vota di meno», «la città peggiore d’America», «la città con il maggior numero di coccoloni», «il secchio d’immondizia d’America» e «la città più stupida».
Concludo citandovi il testo «I Simpson e la Filosofia», una raccolta di saggi curata da William Irwin, Mark T. Conard and Aeon J. Skoble. Essi, prendendo spunto dai personaggi e dagli episodi della sitcom, trattano temi filosofici.
Partendo dalla trasmissione televisiva, considerata dagli autori profonde, intelligente e articolata, si veicolano alcune questioni filosofiche a vantaggio di un pubblico non specializzato.
Gli autori si chiedono se è lecito scrivere saggi filosofici sulla cultura popolare, rispondendo che ai loro tempi anche Sofocle e Shakespeare erano cultura popolare. I Simpson insomma per illustrare problemi filosofici in maniera poco accademica.
Dice la leggenda che non succede più nulla che non sia già accaduto in una puntata dei Simpson.