Ancora oggi nel mondo una persona su cinque non ha accesso a moderni mezzi elettrici. Circa tre miliardi di persone dipendono da legno, carbone, carbonella o concime animale per cucinare e per scaldarsi. L’energia prodotta da fonti fossili è laprincipale responsabile del cambiamento climatico, rappresentando circa il 60% delle emissioni di gas serra globali. Per conseguire i nuovi obiettivi europei è indispensabile aumentare gli investimenti nella transizione, efficienza e risparmio energetico, nello sviluppo delle fonti di energie rinnovabili e nell’autoproduzione di energia
di Gianni De Iuliis
L’obiettivo n. 7 dichiara che entro il 2030 bisogna garantire a tutti l’accesso a servizi energetici economici, affidabili, sostenibili e moderni.
L’energia rappresenta il principale veicolo per vincere le sfide che il pianeta deve affrontare. Essa è uno strumento imprescindibile sia per la sicurezza, sia nel mondo del lavoro, sia nella filiera alimentare, sia nel contrastare i mutamenti climatici, sia nel combattere miseria e povertà. E l’energia sostenibile è un’opportunità. Infatti il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon è stato tra i principali promotori dell’iniziativa Energia Rinnovabile per Tutti (Sustainable Energy for All). Essa è finalizzata a migliorare l’efficienza energetica e accrescere l’uso di risorse rinnovabili.
A oggi nel mondo una persona su cinque non ha accesso a moderni mezzi elettrici. Circa 3 miliardi di persone dipendono da legno, carbone, carbonella o concime animale per cucinare e per scaldarsi. L’energia è il principale responsabile del cambiamento climatico, rappresentando circa il 60% delle emissioni di gas serra globali.
Analizziamo come si sostanzia il goal n. 7 indicandone alcuni sub-obiettivi.
Garantire entro il 2030 accesso a servizi energetici che siano convenienti, affidabili e moderni; aumentare la quota di energie rinnovabili nel consumo totale di energia; raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica; implementare la cooperazione internazionale per facilitare l’accesso alla ricerca e alle tecnologie legate all’energia pulita; migliorare le infrastrutture e le tecnologie per fornire servizi energetici moderni e sostenibili.
Per quanto concerne il contesto italiano, il Rapporto ASviS sottolinea la necessità di investimenti nella transizione, efficienza e risparmio energetico. In particolare il rapporto si focalizza sul Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), che rappresenta lo strumento più concreto per le politiche energetiche nazionali. È stato trasmesso alla Commissione europea a gennaio 2020, confermando un taglio alle emissioni del 37% rispetto al 1990, ben lontano dalla soglia europea.
Il Goal 7 mostra, a livello europeo, un forte dislivello: ben 36 punti separano la prima, Danimarca, dall’ultima, Malta. Tra il 2010 e il 2018 si registrano forti miglioramenti dell’indice composito per tutti i Paesi. L’Italia è in settima posizione, con un valore dell’indice composito superiore alla media europea. L’indicatore che determina maggiormente le differenze tra i Paesi è la produttività dell’energia.
Per quanto riguarda l’indicatore composito italiano, il Rapporto registra un andamento complessivamente positivo tra il 2010 e il 2019. Negli ultimi tre anni l’indice segnala un andamento pressoché stabile, dato dalla mancata crescita della quota di energia rinnovabile. In Italia capofila del consumo di energia pulita sono la Valle d’Aosta (89%) e le province autonome di Trento (45%) e Bolzano (66%), mentre la media nazionale si attesta ancora al 17%.
Chiudiamo con le proposte dell’ASviS su “Energia pulita e accessibile”.
«Per conseguire i nuovi obiettivi europei è indispensabile aumentare gli investimenti nella transizione, efficienza e risparmio energetico, nello sviluppo delle Fer (Fonti di energie rinnovabili) e nell’autoproduzione di energia. Il sistema industriale dovrà a questo proposito compiere scelte energetiche che possano garantire nuovi posti di lavoro e il recupero della competitività sui mercati. L’efficienza energetica dovrà diventare un criterio guida delle azioni di tutti i soggetti che operano a livello locale, investendo in progetti di rigenerazione urbana che comprendano non solo i tradizionali interventi di recupero di edifici e di aree dismesse, ma misure di mitigazione e adattamento climatico e potenziamento delle infrastrutture verdi. La pratica dello smart working sta producendo effetti significativi in termini di economie di sistema, risparmio energetico, riduzione della mobilità delle persone, connettività sociale e innovazione tecnologica. In materia di trasporti, in futuro si dovrà puntare sulla mobilità dolce, l’idrogeno verde, le celle a combustibile per il trasporto pesante e le facility pubbliche e domestiche per la ricarica delle batterie, accompagnate da un programma di costruzione di stazioni di ricarica ad alta potenza».