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Storia, architettura, paesaggio e gastronomia: benvenuti a Trecchina, un borgo del Sud

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Nella rete dei 5800 piccoli centri sotto i 5000 abitanti disseminati lungo la dorsale appenninica, si trovano borghi immersi nella natura, che conservano vestigia storiche, sapori di una volta, e tradizioni popolari. Tra questi spicca il “borgo autentico” di Trecchina (Potenza), 500 metri sul mare, inserito nella cornice di un paesaggio appenninico totalmente immerso nel verde dei boschi, circondato da montagne di alberi ad alto fusto, profumate dai tigli.

Trecchina è tra i borghi antichi più affascinanti del Sud Italia, ove la bellezza si fa storia, architettura, paesaggio e gastronomia. E’ proprio questa Italia nascosta, affascinante e misteriosa, che porta a pensare che “il futuro del nostro Paese risiede nei borghi storici”, come ha recentemente ricordato l’architetto Stefano Boeri in un’intervista a Repubblica. Il borgo di Trecchina, adagiato su di uno sperone roccioso inaccessibile della valle, fortificato da tre torri, di cui una in buon stato di conservazione, mantiene intatti angoli di rara bellezza e antiche abitudini di vita. Finestre, loggiati sormontati da archi, balconi adorni di gerani e mentuccia si affacciano su un dedalo di viuzze che salgono dalla valle fino al Castello baronale che si erge sulla rocca. Dall’alto del “Giardino Belvedere”, l’occhio spazia sulla sottostante Valle del fiume Noce, dalle tinte fluide che vanno dall’argento del corso d’acqua alle varie tonalità di verde della vegetazione tra cui sorgono i numerosi casolari, i paesi della valle e i piccoli villaggi, detti ”contrade”.

Molti sono gli scorci suggestivi, a testimonianza della storia  del borgo, che spazia dal V sec. a.C., con tracce dei passaggi di Greci e Romani, delle dominazioni di Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Borboni e delle invasioni delle truppe Napoleoniche, fino all’Unità d’Italia. Queste tracce si ritrovano nell’architettura del borgo, a partire dalla parte alta con il Castello baronale e la Torre di guardia lungo le mura del XIII sec,. fino alla “parte bassa”, con le costruzioni tardo- liberty volute dagli emigrati trecchinesi in Brasile- palazzine a due piani con le facciate nei colori pastello e i balconi in ferro battuto, che circondano la Villa di Piazza del Popolo, con il suo giardino all’italiana ricco di biodiversità, che la rende  una delle piazze più belle d’Italia.

 

 

Sulla Piazza del Popolo affaccia la Chiesa Madre, dedicata a San Michele Arcangelo, protettore del paese. La Chiesa, ad unica navata, la più grande della Basilicata, è stata realizzata tra il 1840 e il 1878 a spese dei fedeli, specie degli emigrati in Brasile, e ospita tele della scuola napoletana. E poi il bosco di castagne che circonda Trecchina, oltre a fornire la materia prima per i famosi “bocconotti”,  regala a Trecchina un clima fresco e ventilato anche d’estate. Nel bosco, a poche decine di metri dal centro abitato, si trova la Cappella della Forraina, che ospita un bassorilievo del 1550 raffigurante la Madonna del Soccorso.

Dunque Trecchina è: borgo, collina, bosco e non solo… A 8 km sorge Maratea, la perla del Tirreno, con i suoi 32 km di costa dal mare cristallino. Percorrendo pochi km verso l’interno si entra poi nel Parco Nazionale del Pollino, il secondo parco nazionale più esteso d’Europa, attraverso i cui percorsi guidati è possibile raggiungere vette sorprendenti e località di grande interesse paesaggistico. Pur essendo ben collegata e facilmente raggiungibile dalle città di Roma, Napoli e Bari, Trecchina è lontana dal “turbo turismo” si trova fuori, cioè, dal circuito del turismo di massa “mordi e fuggi”. Una caratteristica che la rende ancora più preziosa.

A tutto questo vanno ad aggiungersi i sapori di Trecchina, a partire dal pane , profumato e gustoso, in grado di mantenersi fresco per diversi giorni, grazie al lievito tipico usato già nei secoli scorsi dai pastori della zona, i quali, dovendo assentarsi per parecchi giorni dalle case, usavano un lievito speciale per panificare. La cucina tradizionale è legata alla genuinità dei suoi prodotti , alla pasta fatta in casa, condita con sughi di carne, verdura e legumi, oltre a salumi e formaggi. Rinomati sono gli antichi dolci di pasta di noci, i gelati e i panzerottini, o bocconotti, con un cuore di castagna. Ad ottobre proprio il profumo della castagna pervade le strade e i vicoletti di Trecchina, per la Sagra della castagna che attira visitatori provenienti anche dalle regioni confinanti.

 

 

 

Panoramiche cime montuose insistono nel territorio di Trecchina, dal monte Coccovello (1.505 m), la vetta più alta del versante tirrenico dell’Appennino lucano, al monte Crivo (1.265 m), fino al monte Serra Pollino o Santa Maria (1099 m) e al monte Messina (oltre 1000 m).  Dal Passo della Colla, a pochi km dal centro cittadino, si può ammirare una vista mozzafiato sul golfo di Policastro. Partendo dal centro storico di Trecchina, si può percorrere il sentiero utilizzato ogni anno a settembre dai pellegrini che raggiungono il santuario della Madonna del Soccorso, (a 1050 metri di altezza) dal cui punto più altro l’occhio spazia a 360° tra il Tirreno e la Basilicata interna.

Il progetto “Trecchina per noi”

La previsione dell’architetto Boeri sul futuro che attende i borghi è in qualche modo sostenuta da progetti e piani di recupero, che si inseriscono in disegni di valorizzazione territoriale. Tra questi, il progetto “Trecchina per noi”, ideato dall’Associazione Terra dei Mulini, che propone una raccolta fondi per la realizzazione di uno specifico progetto abitativo da condividere, la Casa Lucana, un luogo accogliente e confortevole dove soggiornare, condividere esperienze, gustare pietanze tradizionali e pregiati vini locali. Una casa dalla quale partire per una varietà di escursioni nel Parco del Pollino, gite in barca e in canoa lungo la costa di Maratea, passeggiate a cavallo nei boschi e molto altro. Perle rare come Trecchina, bellezze nascoste, da recuperare e da far rivivere, sono preziose specie in tempi come questi, in cui ci viene imposto un distanziamento che in città sarebbe difficile da mantenere e grazie alla possibilità dello smart working che consente a molti lavoratori di operare al di fuori delle mura cittadine.

Fonte: Repubblica