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In stand by alla Camera tre proposte sullo ius soli, ma mancano i numeri

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AGI – Lo ius soli si riaffaccia nel dibattito politico. A rilanciare il tema della cittadinanza è stato il neo segretario del Pd, Enrico Letta nell’intervento all’Assemblea nazionale dem. Un rilancio che ha subito riaperto le polemiche, con la riproposizione delle medesime diverse posizioni che dividono le forze politiche. E intanto l’Eurostat rende noto che l’Italia è seconda nell’Ue per numero di cittadinanze concesse a stranieri

Restano nettamente contrari Lega e FdI, meno tranchant la posizione di Forza Italia, al cui interno coesistono diverse sensibilità. Quanto al fronte opposto, Pd e Leu sono da tempo a favore di riconoscere il diritto di cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri, ma anche all’interno dei dem permangono alcune differenti sfumature. Italia viva è a favore, ma finora ha sostenuto la non priorità del tema in questo momento. M5s è disponibile al confronto, ma ad oggi non ha mai sostenuto un’accelerazione.

Dunque, almeno fino al governo Conte II (e la situazione non sembra essere cambiata con il governo Draghi), in Parlamento non esisteva una maggioranza numerica tale da poter spingere sull’acceleratore e approvare una legge sulla cittadinanza. Tanto che le tre proposte di legge presentate alla Camera ‘giacciono’ da oltre un anno in commissione Affari costituzionali, dove si sono svolte diverse audizioni ma senza passi avanti rilevanti, anche a causa dello scoppio improvviso dell’emergenza pandemica.

L’iter in commissione di Montecitorio è ripreso nell’agosto dello scorso anno, ma sin da subito il percorso si è incanalato su una strada in salita e non poco accidentata, non solo per la ferma opposizione delle forze di centrodestra (anche se dentro Forza Italia non tutti sono contrari), ma soprattutto per le divisioni interne all’allora maggioranza di governo, con Pd e Leu che spingevano e M5s che frenava, mentre i renziani aveva assunto una linea molto cauta, pur favorevoli alla legge.

Al momento l’iter in commissione è in stand by: dopo un lungo ciclo di audizioni, con oltre una ventina di esperti e associazioni ascoltati, tutto si è fermato. Il relatore è il presidente Brescia, ma manca ancora un testo base. In commissione sono state presentate tre proposte, che vanno dal riconoscimento dello ius soli al più ‘moderato’ diritto allo ius culturae. La prima proposta è a firma Laura Boldrini, un’altra proposta è a firma del dem Matteo Orfini e l’ultima proposta reca la firma di Renata Polverini, ex deputata di Forza Italia.

La normativa attuale e lo ius sanguinis

Ad oggi la cittadinanza italiana si basa sul principio dello ‘Ius sanguinis’ (diritto di sangue), in base al quale il figlio nato da padre italiano o da madre italiana è italiano. I cittadini stranieri, tuttavia, possono acquistare la cittadinanza italiana se risultano essere in possesso di determinati requisiti. Innanzitutto, la cittadinanza può essere concessa per matrimonio (i casi sono espressamente specificati dalla legge); in secondo luogo, può essere acquisita per ‘residenza italiana’, ma con limiti ben definiti e, infine, lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, può dichiarare di voler eleggere la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data.

Ius soli, la proposta di legge Boldrini

Il testo mira a modificare l’attuale normativa in materia di cittadinanza italiana aggiungendo la possibilità di acquisirla per “chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno è regolarmente soggiornante in Italia da almeno un anno, al momento della nascita del figlio” e “chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno è nato in Italia”.

Ricorrendo questi casi, la cittadinanza si acquista a seguito di una dichiarazione di volontà in tal senso espressa da un genitore. Entro un anno dal compimento della maggiore età, il soggetto può rinunciare alla cittadinanza italiana se è in possesso di un’altra cittadinanza. Qualora non sia stata resa la dichiarazione di volontà, si acquista la cittadinanza, senza ulteriori condizioni, se se ne fa richiesta entro due anni dal compimento della maggiore età. In caso di soggetti minori, “lo straniero nato o entrato in Italia entro il decimo anno di età, che vi abbia regolarmente soggiornato fino al compimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro due anni dalla suddetta data”.

La proposta a prima firma Boldrini introduce anche lo Ius culturae: il minore figlio di genitori stranieri acquista la cittadinanza italiana, a seguito di dichiarazione di volontà in tal senso espressa da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale, se ha frequentato un corso di istruzione primaria o secondaria di primo grado ovvero secondaria di secondo grado presso istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione. Infine, la proposta prevede l’acquisizione della cittadinanza per lo straniero che risiede legalmente da almeno cinque anni nel territorio della Repubblica e che è in possesso di un determinato requisito reddituale (gli anni scendono a tre per i rifugiati). 

Ius​ culturae, la proposta di legge Polverini

Il testo Polverini si concentra solo sullo Ius culturae per i bimbi stranieri che abbiano concluso un ciclo di scuole primarie. Recita il testo: “Lo straniero, nato in Italia e che abbia completato il corso di istruzione primaria secondo la disciplina vigente risiedendovi legalmente fino a tale data, diviene cittadino mediante dichiarazione resa in qualunque momento.

Qualora si tratti di minore, la dichiarazione è resa dal soggetto che esercita la potestà dei genitori secondo l’ordinamento dello Stato di origine. Quanto allo straniero nato in Italia, è necessario che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età. Infine, lo straniero nato in Italia acquista la cittadinanza italiana, a condizione che alla data di presentazione dell’istanza risieda legalmente da almeno tre anni nel territorio della Repubblica, previo superamento di un esame che ne accerti la conoscenza della cultura e della lingua italiana nonché dei principi e delle norme fondamentali dell’ordinamento italiano.

Ius​ culturae e ius soli ‘temperato’, la proposta di legge Orfini

Il testo del deputato dem prevede uno ius soli ‘temperato’, ovvero disciplina l’estensione dei casi di acquisizione della cittadinanza per nascita per i bimbi nati nel nostro Paese da genitori stranieri, di cui almeno uno vi risieda legalmente senza interruzioni da non meno di cinque anni o sia in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo. Inoltre, la proposta disciplina anche lo ius culturae e prevede, per il minore straniero che sia nato in Italia o vi sia arrivato prima del compimento del dodicesimo anno di età, l’introduzione della possibilità di acquisire la cittadinanza a seguito di un regolare percorso formativo di almeno cinque anni svolto, ai sensi della normativa vigente, nel territorio nazionale, consistente in uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei al conseguimento di una qualifica professionale, oppure, nel caso in cui la frequenza riguardi il corso di istruzione primaria, è altresì necessaria la conclusione positiva di tale corso.

Infine, la proposta di legge configura un’ulteriore fattispecie di concessione della cittadinanza (naturalizzazione), per lo straniero che abbia fatto ingresso nel territorio nazionale prima del compimento della maggiore età, vi risieda legalmente da almeno sei anni e abbia frequentato nel medesimo territorio regolarmente un ciclo scolastico, ai sensi della normativa vigente, con il conseguimento del titolo conclusivo, presso gli istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione, ovvero un percorso di istruzione e formazione professionale con il conseguimento di una qualifica professionale.

Source: agi


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