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Coppa Italia, la prima finalista è la Juventus!

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La Juve si qualifica per la sua decima finale consecutiva. Lo 0 a 0 di ieri sera elimina i nerazzurri per i quali è risultata determinante la sconfitta dell’andata. Ora l’Inter è attesa da un mese di fuoco, da “all or nothing”, in cui certi scontri importanti, dentro e fuori dal campo, definiranno il suo ruolo nel campionato

di Lorenzo Lavacca

Nella giornata di ieri, nella splendida seppur deserta cornice dell’ “Allianz Stadium” di Torino è andato in scena il 240esimo “derby d’Italia” della loro storia tra Inter e Juventus, valevole per l’accesso alla finale di Coppa Italia, che si terrà il prossimo 19 maggio in una location ancora inedita, presumibilmente a porte chiuse. Il match, terminato a reti bianche col punteggio di 0 a 0, ha certificato il passaggio del turno della Juventus che in finale incontrerà la vincente della gara di questa sera fra Atalanta e Napoli.

Accomunate dai bomber che si ritrovano in attacco e dal ruolo di protagoniste, assieme al Milan, nella lotta scudetto in campionato, le due compagini sembrano però passare momenti completamente opposti fuori dal campo: l’Inter di Antonio Conte si presenta con una situazione societaria complicata, col gruppo Suning che è alla ricerca di nuovi partner che possano rilevare la maggioranza della società nerazzurra; i bianconeri invece, reduci dalle importanti vittorie contro Roma e Inter, sono in scia positiva da quasi un mese e sotto la guida del “maestro” Andrea Pirlo intendono ottenere il pass per la finale di Coppa, primo dei tre obiettivi stagionali.

Per questa partita, Conte si affida ad Hakimi e Lukaku dal primo minuto, quest’ultimo faro offensivo che assieme Lautaro guida l’attacco e le giocate dell’Inter; centrocampo con Darmian sull’altra fascia,Eriksen, Brozovic e un eccezionale Barella; difesa ormai consolidata con Bastoni, De Vrij e Skriniar davanti ad Handanovic;

Dall’altro lato del campo, la Juventus parte con Buffon tra i pali, Demiral e De Ligt che prendono le redini difensive della serata, Danilo e Alex Sandro sulle fasce; centrocampo atipico con Bentancur e Rabiot nel ruolo di interdizione alle giocate dell’Inter, Bernardeschi e Cuadrado esterni laterali a supporto di Kulusevski e Cristiano Ronaldo. Arbitra Mariani.

Il match è sicuramente degno delle attese, con le squadre che dopo una iniziale fase di studio in cui la Juventus ha il possesso del gioco, provano a impensierire le rispettive difese avversarie senza esclusione di colpi, e la partita si trasforma in un match scoppiettante in cui complici anche certi errori difensivi fornisce, ora alla Juventus, ora all’Inter, la possibilità di passare in vantaggio. Ma le promesse di gol e spettacolo che il primo tempo ci regala non sono poi mantenute alla ripresa, quando la Juve decide di abbassare il baricentro della squadra e puntare sul contropiede lasciando il pallino del gioco all’Inter, che in modo impreciso cerca frettolosamente una rete che non arriverà mai nel corso della gara, quando i bianconeri negli ultimi minuti scelgono di gestire il buon pareggio e con gli ingressi di Chiesa e McKennie si rende anche pericolosa davanti ad Handanovic, soprattutto con il suo fuoriclasse portoghese Ronaldo, forse il migliore della serata per occasioni create.

Deludente, invece, la prova di Lukaku: troppo superficiale, passaggi mal dosati e poche palle gol create, regali difensivi a parte. La sua prova è metafora perfetta della situazione extracalcistica dell’Inter, che proprio nel momento “clou” del campionato perde la componente societaria più importante, la presidenza. Il presidente Zhang, su pressioni del governo cinese, ha imposto un blocco totale del mercato in entrata, ha ritardato il saldo degli stipendi dei giocatori a giugno e cerca investimenti per 150 milioni di euro per poter uscire indenne dalla vicenda: gli scatti a vuoto dell’attaccante belga, il suo viso sconsolato e incapace di reagire al fortino difensivo imposto dalla Juve ricordano per somiglianza la crisi di governo dei giorni nostri, in cui il nostro Paese, già fiaccato dagli effetti soci-economici della pandemia, ha assistito a una tremenda quanto inaspettata crisi di governo, nel momento forse peggiore per poter pensare a interessi di partito.

Che la partita di ieri sera abbia mosso, per parallelismo, i pensieri e le coscienze anche di chi ci governa? Intanto, la Juve si qualifica per la sua decima finale consecutiva di Coppa Italia, mentre per l’Inter sarà ora un mese di fuoco, da “all or nothing”, in cui certi scontri importanti, dentro e fuori dal campo, definiranno il suo ruolo nel campionato.