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L’Enasarco a rischio commissariamento?

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di redazione

L’Enasarco (Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio) è una cassa di previdenza integrativa obbligatoria per questa categoria di lavoratori autonomi, che sono anche tenuti ad iscriversi alla gestione separata INPS cui devono versare i contributi. Rappresentanti e agenti di commercio sono, dunque, gli unici lavoratori che devono obblicatoriamente essere iscritti a due enti previdenziali.

Enasarco è nato nel 1938 ma è oggi disciplinato dalla riforma del 1966, in seguito alla quale l’ente è stato privatizzato ed è stato costituito il Fondo formato dai contributi versati, la cui misura si determina in base alle provvigioni, ai rimborsi spese e ai premi di produzione.

Alla fine del percorso lavorativo agenti e rappresentanti di commercio ricevono una pensione di vecchiaia al raggiungimento dell’età anagrafica di 65 anni (63 per le donne) più 20 anni di contributi e, dal 2012, anche una rendita integrativa Enasarco. L’ente gestisce anche un Fondo Indennità di Risoluzione rapporto, con funzione analoga al TFR che viene corrisposto ai lavoratori dipendenti.

Si tratta dunque di un ente di rilevanza pubblica, di notevole rilievo economico. La gestione dell’Enasarco è affidata ad un Consiglio d’Amministrazione formato dalle rappresentanze sindacali della categoria degli agenti e rappresentanti di commercio, sia da rappresentanti delle ditte firmatarie dei contratti collettivi di lavoro nel comparto.

Il controllo sulla gestione dell’ente è esercitato dal Ministero del Lavoro.

Con metodo elettivo nel 2016 sono stati eletti 60 delegati ed è stato costituito un CdA composto da 15 membri. Presidente è stato nominato Gianroberto Costa.

Negli ultimi anni non sono mancati contrasti e fibrillazioni nella gestione dell’ente, con ripetute contestazioni alla conduzione di Costa.

Dal 24 settembre al 7 ottobre 2020 si sono svolte le votazioni per eleggere la nuova Assemblea dei delegati. In quell’occasione hanno votato 31.287 agenti (14,5% degli aventi diritto) e 2.643 imprese (4,9%). L’Assemblea neo-eletta, riunitasi il 23 dicembre scorso, ha proceduto all’elezione del nuovo Consiglio d’Amministrazione, del quale fanno parte: Brunetto Boco, Leonardo Catarci, Gianroberto Costa, Luca Gamburo, Antonino Marcianò, Antonello Marzolla, Luca Matrignani, Alfonso Mei, Pierangelo Raineri e Davide Ricci. Nella stessa occasione è stato eletto il nuovo Presidente nella persona di Antonello Marzolla.

Le elezioni di settembre/ottobre 2020 hanno visto un’affermazione della lista “Fare presto”, col 44,81% dei voti, con le liste collegate si è formata una coalizione del 51% che ha determinato l’elezione dei nuovi vertici dell’ente.

Tuttavia le elezioni per l’aAssemblea dei delegato Enasarco ha lasciato uno strascico piuttosto pesante di contestazioni e di polemiche.

L’agenzia “Nuone notizie press” ha diffuso ieri una nota nella quale si paventa addirittura il rischio del commissariamento dell’Enasarco. Riportiamo integralmente il testo ricevuto.

È caos a seguito delle elezioni in Enasarco a seguito del bizzarro risultato elettorale di settembre per la nomina del consiglio di amministrazione.

Le liste elettorali collegate a Fare Presto avevano infatti ottenuto il 51% dei voti e i 60 delegati eletti si sono suddivisi in liste per la successiva elezione dei 15 consiglieri, il vero organo di gestione dell’ente. A questo punto le liste vincitrici hanno presentato il ricorso alla Corte dei Conti, dei tecnici del Ministero del Tesoro e del Lavoro, i ministeri vigilanti sugli enti previdenziali.

Il 16 febbraio il Tribunale di Roma sarà chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato dai legali della lista Fare Presto (che pare abbia ottenuto la maggioranza) e il rischio è il commissariamento dell’ente o la nomina di un commissario ad acta per verificare l’eventuale irregolarità del risultato.

Se fosse verificato l’errore, tutte le nomine verrebbero quindi messe in discussione.

Enasarco, la cassa di previdenza degli agenti di commercio che conta circa 218mila iscritti, è stato istituito il 30 giugno 1938 come ente previdenziale, il 27 novembre 1996 è stato privatizzato insieme ad altri enti previdenziali di diritto pubblico”.