AGI – La Nigeria sta vivendo la sua recessione più profonda dagli anni ’80 e la seconda in cinque anni. Tra i 15 e i 20 milioni di nigeriani potrebbero veder peggiorare la propria situazione e varcare la soglia di povertà da qui al 2022.
La stima è della Banca Mondiale ed è stata resa pubblica ieri, nel corso della presentazione on line del 2021 Macroeconomic Outlook del Nigerian Economic Summit Group, un think tank guidata dal settore privato. All’incontro hanno partecipato Gloria Joseph-Raji, economista senior della Banca mondiale, e Doyn Salami, presidente del Consiglio di consulenza economica del presidente. Joseph-Raji si è soffermata sugli effetti del covid-19, che hanno colpito duramente l’economia nigeriana, già impegnata a misurarsi con sue criticità pregresse.
“In realtà consideriamo la Nigeria in questo momento a un bivio critico, nel senso che il raggiungimento del suo obiettivo di sviluppo, ossia sollevare 100 milioni di persone dalla povertà entro il 2030, era già una sfida anche prima che il covid-19 venisse a colpire. Il covid ha reso tutto però ancora più impegnativo e urgente”. Secondo Joseph-Raji, la Nigeria deve portare avanti politiche che aiutino a migliorare l’ambiente imprenditoriale e le condizioni di vita del ceto medio nigeriano, che messo in condizioni più agevoli potrebbe dare un contributo effettivo alla ripresa dell’economia.
“Con una crescita più bassa e un minor numero di posti di lavoro e insieme a un’inflazione elevata, le nostre stime sono che l’attuale numero dei poveri aumenterà di circa 15-20 milioni di persone entro il 2022”.
Il Nigeria Living Standards Survey del 2018-2019 indicava in 83 milioni il numero dei poveri in Nigeria. Joseph-Raji ha riconosciuto che da parte delle autorità sono state fatte azioni concrete per rispondere alla crisi, per esempio l’adeguamento delle tariffe elettriche al fine di liberare nuove risorse fiscali. “Tuttavia, è necessario fare di più se la Nigeria vuole davvero fare progressi verso il raggiungimento dei suoi ampi obiettivi di sviluppo”, ha aggiunto.
Le priorità chiave per il governo dovrebbero includere una mobilitazione delle entrate fiscali che non influisca negativamente sugli investimenti e la crescita, il rafforzamento della gestione delle politiche monetarie con l’obiettivo primario della stabilità dei prezzi.
“Le prospettive sono molto incerte ed è necessario che il governo dia la priorità ad alcune riforme politiche chiave se la Nigeria deve davvero voltare l’angolo e riprendersi e ricostruire una crescita resiliente e inclusiva”, ha affermato.
Da parte sua, Salami commentando i dati ha osservato che “la Nigeria deve attuare riforme strutturali per far uscire l’economia dall’attuale fase di stasi e raggiungere una crescita inclusiva sostenibile” ha sottolineato la necessità di maggiori investimenti nel Paese per ottenere la crescita desiderata: “Non si tratta di fare crescere velocemente l’economia ma di farla crescere in modo che le persone possano percepirlo. Per muoverci in questa direzione sono necessari investimenti significativi”.
Vedi: Recessione economica profonda in Nigeria; 20 milioni di persone a rischio povertà
Fonte: estero agi