Di Franco La Magna
Tra i movimenti gnostici di massa un ruolo preminente – per l’enorme impatto avuto sulla storia contemporanea – spetta al marxismo, ideologia rivoluzionaria alla base della quale si trova il progetto di un mondo nuovo da realizzare su questa terra, avvalendosi esclusivamente dell’azione dell’uomo, inteso come essere di natura. “ Tutta la cosiddetta storia universale non è altro che la produzione dell’uomo ad opera del lavoro umano”, scrive Marx nei “Manoscritti economico-filosofici” (1844).
La base dell’idea di nuova società fondata sull’ uguaglianza degli esseri umani occupa buona parte della riflessione teorica di Karl Marx, la cui esistenza sfuggita per molto tempo all’attenzione del cinema trova ora nel biopic diretto da Raul Peck, regista di colore nato ad Hati e presidente di una scuola di cinema nazionale francese, una compiuta realizzazione, indagando senza retorica sulla travagliata giovinezza di uno dei più grandi pensatori della storia.
Coproduzione franco-tedesca-belga il film “Il giovane Karl Marx” (2017, in onda questa sera 17 gennaio su Rai Storia alle 21,10) scruta – privo di ogni pedanteria scolastica – gli anni giovanili del filosofo ed economista, l’impeto passionale (anche d’amore), la fuga a Parigi insieme alla moglie Jenny, l’incontro con Friedrich Engels, che pur appartenendo ad una ricca famiglia di industriali ne condivide le idee rivoluzionare (e con il quale formerà indivisibile binomio intellettuale), le difficoltà economiche e infine la progressiva ascesa verso la posizione leader del movimento dei lavoratori, allora costretti a durissime condizioni di lavoro.
Del giovane e appassionato Karl Marx ne scaturisce una immagine inedita, moderna, depurata di stucchevoli convenzionalismi. Un’opera affascinante, avvincente, equilibrata, perfettamente intrisa dello spirito del tempo, da seguire per rivivere (miracoli del cinema) uno dei passaggi più cruciali e sconvolgenti della nostra storia.