di Andres
Quando le donne sono un genio diventano un mito senza tempo.
Nel dicembre 2014, con il video-clip ideato e diretto da Karl Lagerfeld, intitolato Reincarnation, l’autore ha immaginato un nuovo episodio della vita di Gabrielle Chanel, con Geraldine Chaplin e Pharrell Williams come protagonisti.
1954: Gabrielle Chanel è in vacanza nei pressi di Salisburgo quando incontra un giovane addetto all’ascensore che indossa una giacca. A questa si ispirerà più tardi la famosa giacca Chanel.
“Reincarnation” è la storia della giacca di un addetto all’ascensore, reincarnata in un capo senza tempo della moda femminile“, secondo il regista.
Già la moda femminile e i suoi interpreti.
Gabrielle Bonheur Chanel, in arte Coco è diventata un mito. Una donna difficile da raccontare.
Chanel crea la nuova donna del XX secolo, una donna che afferma la propria femminilità non per contrasto, bensì per paradosso, attraverso la rivisitazione di abiti maschili. Prendendo i vestiti maschili e dando loro una piega femminile, Coco diede anche un significante contributo al movimento femminile.
Le donne vestite Chanel sono tutte belle, delle muse, marmoree. La storia, lo stile, il tocco di Coco Chanel con il tempo, sono diventati irraggiungibili.
Eppure, l’infanzia e adolescenza della piccola Gabriel furono difficili, in un ambiente familiare fatto di privazione e sofferenze, per anni rinchiusa in orfanotrofio alla morte della madre e all’abbandono del padre. A 18 anni, Coco inizia a lavorare come sarta presso la Maison Grampayre e nello stesso anno conosce Etienne de Balsan, figlio di imprenditori tessili. Sarà lui il primo finanziatore e compagno di Gabrielle, colui che contribuirà alla nascita della Maison Chanel.
Cappellini prima, taglio dei capelli corti, alta moda, l’atelier a Parigi, in un crescendo di successi. Chanel si dedica anche alla profumeria e nel 1923 esce Chanel n°5.
“La parte più difficile del mio lavoro è lasciare le donne libere di muoversi. Vestirle senza farle sentire ‘travestite’, senza che gli abiti le facciano sentire diverse” era solita dire.
Nel 1926 Coco Chanel cambia per sempre la storia della moda dando vita a un classico per eccellenza: Le Petite Robe Noire, ovvero il tubino nero, considerato ancora oggi dalle donne il capo più importante nella storia dell’abbigliamento femminile.
Nel 1954, il vero colpo di genio, inventa la giacca che si concretizza in un capo cult quando la stilista scopre il tweed durante un viaggio in Scozia.
Il resto è leggenda.
Tanti scrittori e registi hanno rappresentato la storia o la legenda del mito di Coco Chanel.
Da questo sono nati decine di libri, biografie e documentari come Reincarnation.
Coco Chanel, attraverso la moda, rappresentò il nuovo modello femminile che stava sviluppandosi nel Novecento: una donna dinamica, che lavorava e che non poteva più essere schiava dell’abbigliamento costrittivo. La stilista liberò le donne da corsetti e impalcature per cappelli, donando loro abiti comodi, semplici nelle linee per intraprendere una vita quotidiana dinamica.
Chanel portò la lunghezza delle gonne sotto il ginocchio e abbassò il punto vita, promosse l’utilizzo del jersey e dello stile alla marinara, e per finire introdusse l’utilizzo dei pantaloni femminili.
Non era una femminista, ma la sua rivoluzione nel disegno dell’abito femminile coincise con l’esplosione del movimento femminista.
Coco Chanel: un genio, un mito.