AGI – Viaggiava in bici con guanti, mascherina e gel disinfettante. La paura del contagio lo aveva spinto ad allontanarsi dal dormitorio di Bologna dove passava la notte in stanza con almeno altri quattro senzatetto. Stava cercando una sistemazione più sicura. Aveva paura che il dormitorio si trasformasse, come è avvenuto in alcuni casi, in un focolaio da Covid-19. In sella alla bicicletta e in pieno lockdown è stato intercettato e sanzionato da una pattuglia della polizia municipale: 533 euro per aver violato le norme del governo per il contenimento del coronavirus.
Il ricorso presentato al Prefetto è stato vinto, nelle scorse settimane, uno dei primi casi in Italia. Multa cancellata, quindi, “lo spostamento del ricorrente” è da ritenersi “legittimo” ai sensi della normativa Covid-19, scrive la Prefettura. La storia di Francesco (nome di fantasia), 40 anni, “è solo la punta di un iceberg che fotografa un fenomeno. Non si può multare una persona per il fatto che non ha una casa. Non si può sanzionare la povertà. Situazioni come queste si stanno ripetendo. Pensiamo siano centinaia i casi simili in tutta Italia”: così all’AGI, il presidente dell’Associazione Avvocato di strada, Antonio Mumolo che ha difeso il clochard impugnando la sanzione.
L’Associazione è presente in 55 città italiane e tutela gratuitamente le persone senza fissa dimora. “Ci sono stati altri casi a Roma, Milano, Napoli, Como, Genova ma purtroppo – ha detto Mumolo che è anche consigliere Pd in Regione Emilia Romagna – chi ha il coraggio e la forza di presentarsi ai nostri sportelli rappresenta solo una piccola parte dei senza tetto ‘sanzionati’. In molti la multa la strappano perché tanto non hanno i soldi per pagare. Ma poi se riusciranno ad uscire dalla strada e a trovare un lavoro si troveranno lo stipendio pignorato, per un quinto, con il rischio di ricadere nella povertà”.
“Appare ingiusto sanzionare una persona che proprio in linea con la ratio stessa del provvedimento governativo stava tentando di proteggersi dall’infezione cercando un posto più sicuro dove stare”, si legge nel ricorso difensivo poi accolto dalla Prefettura di Bologna. Il presidente di Avvocato di Strada lancia poi un appello alla politica: “Date un tetto a queste persone, sostenendo ad esempio progetti come ‘housing first’ e dategli un medico. I senza tetto poiché sono privi di residenza – sottolinea Mumolo – non hanno diritto ad un medico di famiglia, possono solo andare al pronto soccorso. Se una persona non può curarsi da una malattia infettiva, come in questo caso il Covid, perché non ha un medico il problema è di tutta la società”. ‘Housing first’ è un progetto promosso dal Comune di Bologna e della cooperativa sociale Piazza Grande, che ha permesso ad alcune persone in situazione di esclusione abitativa grave di avere accesso ad appartamenti ad affitti ridotti.
Vedi: Covid: un clochard sanzionato vince il ricorso, "Non si multa la povertà"
Fonte: cronaca agi