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Lettera di una preside: "La Dad non è un trauma, stop alle polemiche"

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AGI – Roma, 5 nov.- “Smettiamola per favore di parlare di traumi irremovibili per il futuro dei nostri figli se studieranno in Dad”. è l’appello di suor Maria Paola Murru, preside del liceo Maria Ausiliatrice di Roma, autrice di “una lettera aperta da una Preside “Positiva” ma non solo perché affetta dal Covid 19“. Murru riflette sulla diatriba sulle lezioni in presenza e sulle sfide poste dalla pandemia. “Mi sono chiesta se fosse proprio necessario scrivere due righe su questa brutta faccenda che ha colpito me, il mio liceo e tutta la nostra comunità scolastica, la riposta l’ho trovata solo nella volontà non di entrare in polemica con le scelte fatte a livello politico Nazionale, Regionale e di Ministero, la mia scelta di un breve messaggio alle famiglie agli studenti vuole avere solo una connotazione educativa e valoriale”, scrive.

Per Murru, “la diatriba che coinvolge questi giorni scuola in presenza o no, a mio avviso è davvero esagerata e ha assunto toni fuori dalla logica del reale”. Abbiamo lavorato – prosegue la preside – “senza tregue per preparare le nostre scuole ma era invitabile che sarebbe accaduto che quei luoghi cosi’ “abitati” dai nostri bambini e ragazzi si trasformassero in una minaccia quotidiana di trasmissione, nonostante i dispositivi e misure di sicurezza. Mi astengo da ogni commento di tipo politico sui sostegni alle famiglie, discorso che di certo nei luoghi preposti ha urgenza di essere affrontato”.

La scuola italiana “statale e paritaria ha dimostrato in generale ottime risorse di flessibilità nell’adattarsi ai diversi scenari, DAD, valutazioni, esami di maturità cambiati, perchè di questo nessuno ne parla?”, si chiede la preside, secondo cui “è innegabile che la relazione educativa in presenza sia insostituibile, ma la vita umana ha un valore intrinseco che va ben oltre, il diritto alla salute di ogni cittadino, piccolo o grande, questo il valore aggiunto da tutelare qui e ora lo dobbiamo alle generazioni Future, è il nostro testamento e la consegna che va loro fatta! Superiamo le ideologie, le questioni di principio, i colori politici, gli slogan, agiamo per il bene comune”.

Ed è a questo punto che la preside lancia una sfida: “Voglio arrivare al cuore della questione brevemente: Smettiamola per favore di parlare di traumi irremovibili per il futuro dei nostri figli se studieranno in Dad. Riappropriamoci delle radici che hanno forgiato la nostra storia, ogni epoca ha avuto i suoi traumi e le sue difficoltà da sconfiggere. Vincitore è colui che sa affrontare trovando le soluzioni alternative, non chi si dispera facendo sentire i nostri giovani inetti ed incapaci”.

E ancora: “Esistono ancora tanto giovani validi, capaci di superare tutto hanno mille risorse interiori. Puntiamo non sulle debolezze e fragilità, facciamo sentire loro che potranno farcela, la storia contemporanea sarà quella scritta con le loro vittorie e non sconfitte”.

Infine un appello per gli ‘addetti ai lavori’: “Educatori tutti chiamiamoci a raccolta: Osiamo essere profeti di speranza e non di fantasmi di morte. Ora piu’ che mai necessitiamo di ossigeno, servirà anche a noi malati per la nostra celere ripresa!”

Vedi: Lettera di una preside: "La Dad non è un trauma, stop alle polemiche"
Fonte: cronaca agi


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