AGI – Incrementare i tagli alla produzione di greggio o estendere quelli attuali (7,7 milioni di barili al giorno) al primo trimestre del 2021. Queste le ipotesi sul tavolo dell’Opec+ per non ripetere gli errori del marzo scorso quando a causa dei dissidi tra Russia e Arabia Saudita e della pandemia da coronavirus il greggio crollò a livelli record. Ora, di fronte ai contagi che aumentano in tutto il mondo, i paesi produttori non vogliono farsi trovare impreparati come a primavera. Il meeting Opec+ è fissato per il 30 novembre e – sostengono molti analisti – per quella data una decisione dovrà essere presa.
In questa ottica, Russia e Opec si sono confrontate nell’ambito del settimo Meeting ‘Opec-Russia Energy Dialogue’. Al termine le parti hanno affermato di essere impegnate a “ribilanciare il mercato globale del petrolio per raggiungere una maggiore stabilità”. Il segretario generale dell’organizzazione, Mohammad Barkindo e il ministro dell’Energia russo, Alexander Novak hanno sottolineato “gli elevati livelli di conformità ai tagli da parte dei partner” dell’Opec+ che hanno provocato “un impatto positivo nel mercato petrolifero con effetti a catena sull’economia globale”. Tuttavia, Barkindo e Novak hanno evidenziato come “permangono sfide e incertezze” e si sono ripromessi di “impegnarsi per riequilibrare il mercato perché – hanno osservato – un mercato petrolifero equilibrato e stabile è un prerequisito per la ripresa post-pandemia e per la prosperità futura sia dei consumatori che dei produttori”.
Che ci fossero movimenti sotto traccia si era capito già da lunedì quando era uscita la notizia di un incontro tra Novak e i top manager delle compagnie petrolifere russe per discutere di una possibile estensione delle attuali restrizioni alla produzione fino al primo trimestre del 2021. Intanto anche l’Algeria si è detta d’accordo a una possibile estensione dei tagli. A dirlo il ministro dell’Energia Abdelmadjid Attar che ha avvertito come il mercato petrolifero si trovi in una situazione “molto pericolosa” che potrebbe portare a un nuovo crollo delle quotazioni. Secondo il Wall Street Journal anche l’Arabia Saudita sarebbe propensa a considerare tagli aggiuntivi alla luce dei nuovi lockdown in Europa che potrebbero frenare ulteriormente la domanda.
Le cause del precipitare della situazione sono, come detto, la seconda ondata di coronavirus e, in secondo luogo, il ritorno della Libia alla produzione che nei prossimi giorni dovrebbe raggiungere un milione di barili al giorno. Una quantità di greggio che rischia di inondare ancora di più un mercato che già in eccesso di offerta. L’intesa Opec+ di aprile ha previsto tagli di 9,7 milioni di barili a maggio e a giugno, successivamente estesi anche a luglio. A partire da agosto si sono ridotti a 7,7 milioni fino alla fine dell’anno. A partire da gennaio 2021 fino a maggio 2022 i tagli dovrebbero attestarsi a 5,8 milioni di barili al giorno.
Il greggio ha chiuso in forte rialzo con il Wti che ha guadagnato il 2,31% a 37,66 dollari al barile e il Brent il 1,9% a 39,71 dollari.
Vedi: Opec+ studia nuovi tagli di petrolio per contrastare la seconda ondata Covid
Fonte: economia agi