AGI – Da gennaio, gli Alac (Advocacy and legal advice center) di Transparency International che operano in 60 Paesi hanno ricevuto oltre 1.500 segnalazioni di corruzione legate all’emergenza Covid-19. Dall’Italia al Venezuela al Ghana, si tratta di tangenti, di episodi di favoritismo e di altri atti di corruzione testimoniati dai cittadini nella fornitura di aiuti umanitari, nell’applicazione di restrizioni su viaggi e movimenti e nella fornitura di test e assistenza sanitaria.
“Covid-19 non è solo una crisi sanitaria ed economica. È una crisi di corruzione”, sottolinea Alison Matthews, coordinatore Alac di Transparency International. “Stiamo osservando che le persone più vulnerabili sono quelle che sono state colpite più duramente, compresi gli operatori sanitari in prima linea. I governi falliscono davanti ai loro cittadini quando accedere al supporto e ai servizi di cui le persone hanno bisogno diventa ancora più difficile a causa della corruzione”.
Oltre a documentare la corruzione nell’erogazione dei servizi – spieg Transparency – le segnalazioni ricevute dagli Alac hanno anche rivelato tragici casi di influenza indebita nell’approvvigionamento di forniture mediche.
Ad esempio, in Russia, grazie alle segnalazioni si è innescata un’indagine sui contratti governativi, dopo che un ventilatore difettoso acquistato dalla societaà statale Rostec, controllata da un amico del presidente, ha causato un incendio in un ospedale di San Pietroburgo che ha ucciso cinque pazienti Covid-19.
In Italia, dove il settore sanità è quello più critico con ben 34 segnalazioni ricevute da Alac nel 2019, si e’ ad esempio registrato il caso di una struttura ospedaliera costretta a ritirare una fornitura di dispositivi di protezione individuale non certificati e quindi non adeguati alla tutela del personale sanitario, grazie a una segnalazione fatta da un dipendente con il supporto di Transparency Italia”.
“Corrotti e corruttori hanno approfittato di questa crisi per riempirsi le tasche a spese di tutti gli altri”, afferma Daniel Eriksson, managing director di Transparency International. “Ma i cittadini hanno un grande potere, quello di denunciare la corruzione. Facendo sentire la propria voce, possono fornire le prove necessarie per perseguire i corrotti, rendere i potenti più responsabili e sostenere così un cambiamento reale della società. Insieme, possiamo richiedere istituzioni governative più trasparenti, efficienti e responsabili “.
“Coloro che cercano giustizia nei nostri Alac spesso lo fanno come ultima risorsa. Troppo spesso, i canali governativi sono inefficaci o addirittura non sicuri per segnalare casi di corruzione e coloro che hanno commesso azioni illecite rimangono impuniti”, continua Matthews: “Il nostro lavoro è dare a queste persone speranza e supportarle per parlare in modo sicuro. La corruzione si fermerà solo quando lavoreremo insieme per cambiare il sistema”.
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Fonte: cronaca agi