Il sipario sull‘estate 2020 è ormai calato ed è, dunque, tempo di bilanci su questa anomala stagione caratterizzata dagli strasichi, economici, sanitari e sociali dell’emergenza Coronavirus. A soffrire, lo abbiamo raccontato più volte in questi mesi, è stato soprattutto il settore del turismo, che ha dovuto affrontare una vera e propria estate nera.
In affanno, lo sappiamo, alberghi e strutture ricettive ufficiali che, secondo le stime fornite da Cts Firenze per Assoturismo Confesercenti, nel tremestre giugno – agosto hanno ospitato un totale di 148,5 milioni di visitatori, ovvero 65 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-30,4%). Un ruolo determinante lo ha svolto, ovviamente, l’assenza di turisti stranieri, specialmente di quelli extraeuropei. Un calo che, in termini percentuali, si è attestato al 65,9%. Non sono, infatti, bastati i visitatori tedeschi, francesi, olandesi, svizzeri, austriaci e britannici, che anche quest’anno hanno scelto il Belpaese per le loro vacanze estive. Tutto ciò si potrebbe tradurre in una perdita di 12 miliardi per il sistema turistico italiano e per l’indotto ad esso connesso: basti pensare alle mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, nell’acquisto di prodotti tipici e souvenir.
Analizzando, nel dettaglio, le aree del nostro paese si apprende che le maggiori perdite si sono registrate al Nord (-33%), mentre il Sud e le isole, grazie anche al fatto che il mare è stato scelto da 6 turisti su 10, hanno tenuto un po’ meglio (-20,4%). A pagare dazio pure le città d’arte, che fanno i conti con la contrazione della spesa media, calata del 25% circa. Un circolo vizioso che, purtroppo, si riflette anche sui fatturati delle aziende: le indicazioni segnalano un crollo rilevante dei volumi, stimato mediamente al 37,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, (-38,7% gli hotel e -33,8% l’extralberghiero). Il turismo interno, che nel 2020 ha conosciuto una sorta di boom, non ha ammortizzato queste perdite, anche in virtù della minore propensione a viaggiare dei nostri connazionali.
Le associazioni di categoria rivolgono, quindi, un appello al governo affinché rinnovi gli aiuti al settore, vista la difficoltà di un prolungameto della stagione estiva nel mese in corso. Le stime sulle perdite economiche, inoltre, sono via via peggiorate nel corso dei mesi, ragion per cui occorre dare risposte certe ed efficaci. Un’occasione importante per assicurare un futuro al settore, dicono gli operatori, sarà rappresentata dal Recovery Fund, a patto che il turismo venga messo al centro delle politiche per la ripresa italiana.