Di Daiana De Luca (Responsabile Comuicazione Confedercontribuenti)
Arriva dalla natura la speranza di trovare una nuova ed efficace arma contro il Covid-19. Uno studio internazionale, al quale ha partecipato anche l’Istituto di nanotecnologia del CNR di Cosenza, suggerisce come la quercitina, molecola di origine naturale, funzioni da inibitore specifico per SARS-CoV-2 creando un effetto destabilizzante su £CLpro, una delle principali proteine del virus, fondamentale per il suo sviluppo e il cui blocco dell’attività enzimatica risulta letale per SARS-CoV-“.
Lo studio, supportato dalla Fundación hna spagnola, è stato pubblicato su International Journal of Biological Macromolecules,ed è frutto, dunque, di un lavoro concertato tra il gruppo di ricerca condotto da Bruno Rizzuti (Cnr-Nanotec) ed un gruppo di ricercatori di Saragozza e Madrid. “Le simulazioni al calcolatore hanno dimostrato che la quercitina si lega esattamente nel sito attivo della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione, afferma Rizzuti”.
Pare che questa molecola sia paragonabile ai migliori antivirali a disposizione contro il coronavirus, nessuno dei quali formalmente approvato come farmaco. La quercitina, presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio, ha, dunque, una serie di proprietà originali e interessanti dal punto di vista prettamente farmacologico ed è nota anche per le sue proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie, anallergiche ed antiproliferative. La molecola può, inoltre, essere facilmente modificata per sviluppare una “molecola di sintesi” ancora più potente grazie alle sue piccole dimensioni e ai particolari gruppi funzionali presenti nella sua struttura chimica.
“Lo studio – precisa Olga Abian dell’Universita di Saragozza e prima autrice della pubblicazione – parte da una caratterizzazione sperimentale di 3CLpro, la proteasi principale di SARS-CoV-2. Questa proteina ha una struttura dimetrica formata da due sub- unità identiche, dotate ciascuna di un sito attivo fondamentale per la sua attività biologica. In una prima fase del lavoro- prosegue- è stata studiata, con varie tecniche sperimentali, la sensibilità a varie condizioni di temperatura e pH: un risultato importante perché molti gruppi stanno lavorando su 3CLpro come possibile bersaglio farmacologico, in virtù del fatto che è fortemente conservata in tutti i tipi di coronavirus”.
“La parte più interessante di questo lavoro – conclude Adrian Velazquez che ha diretto il gruppo di ricerca e ha già lavorato alla ricerca di farmaci inibitori della proteina per il virus SARS che causò l’epidemia del 2003 – è lo screening sperimentale eseguito su 150 composti, grazie ai quali la quercitina è stata individuata come molecola attiva su 3CLpro.”
I ricercatori contano ovviamente di trovare presto un vaccino, ma i farmaci inibitori e curativi saranno comunque necessari per le persone già positive e per tutti coloro che non potranno essere sottoposti a vaccinazione. Risultati, quelli che vi abbiamo rappresentano, in grado di farci sentire un po’ meno impotenti di fronte ad un virus la cui diffusione fa ancora paura.