Di Daiana De Luca (Responsabile Comunicazione Confedercontribuenti)
Mentre l’Italia fa i conti con la nuova risalita dei contagi da Coronavirus, con i continui sbarchi in Sicilia e conseguenti ordinanze regionali, ricorsi e controricorsi e con l’economia nazionale che stenta a ripartire, in Francia monta la polemica estiva sorta dopo l’intervento di alcuni gendarmi che hanno obbligato alcune donne ad indossare la parte superiore del costume mentre prendevano il sole in spiaggia.
Siamo a Saintes Maries de la Mar, località balneare del sud del aese, e a seguito della segnalazione di una famiglia, che lamentava il disagio provacato dalla presenza vicina di una donna, di circa 70 anni, in topless, i gendarmi sono dovuti intervenire chiedendo alla signora e ad altre donne vicine di rivestirsi. Roba da far accapponare la pelle alle femministe moderne degli anni ’70 che riuscirono, tra l’altro, a conquistare l’abolizione del divieto prendere il sole in monokini. A sostegno della libertà delle bagnanti si è immediatamente schierato il Ministro dell’interno francese, Gerald Darmanin, che, attraverso l’account ufficiale del Dicastero, si è scusato per l’accaduto ribadendo “il diritto di prendere il sole il topless” e sottolineando che “la libertà è un bene prezioso”.
Anche Maddy Scheurer, portavoce della gendarmeria, con un tweet ha espresso solidarietà alle malcapitato bagnanti per l’accaduto, dicendo “mi vedrete sempre in uniforme, ma la pratica del tolpes è autorizzata”. La polemica è divampata, pensate, anche sui social con centinaia di commenti critici sui gendarmi.
Comunque al di là del gusto personale sulla pratica del toples, riteniamo che il diritto alla libertà di autodeterminarsi, sempre nei limiti del rispetto altrui, debba continuare ad essere uno dei capisaldi delle democrazie moderne e nulla deve essere consentito se può attentare a questo principio di moderna concezione.