AGI – Effetti collaterali della pandemia: è aumentato a livello globale la vendita di bambole gonfiabili e di ‘robot sessuali’. L’azienda Sex Doll Genie ha reso noto di aver ricevuto un 52% di ordinativi in più rispetto all’anno precedente da parte di uomini soli, mentre le richieste fatte da coppie nello stesso periodo sono cresciute del 33%. E questo considerando che bambole a scopo di compagnia erotica possono costare dai 1000 ai 10 mila euro, a seconda delle opzioni e i materiali usati.
Ma si tratta di un fenomeno dai risvolti oscuri, come afferma la Sueddeutsche Zeitung, che dedica un ampio servizio sul fenomeno, riferendo che registrano un netto aumento di clienti i bordelli dotati, appunto, di “sex dolls”.
Quest’ultimo è un fenomeno in rapida espansione, nota il quotidiano tedesco, proprio grazie al fatto che “nella maggior parte dei Paesi non vi è un regolamento giuridico in merito a strutture che offrono attività sessuali con bambole o macchine”. In particolare, la SZ riferisce che questo particolare tipo di “case chiuse” hanno aperto i battenti a Vienna, Dortmund, Toronto, Helsinki, Parigi, Mosca, Barcellona.
Come afferma il giornale di Monaco, “ecco il nocciolo del problema: quello che per gli imprenditori è solo un prodotto, è qualcos’altro per i clienti. Ossia una fantasia, talvolta pericolosa”. La SZ spiega perché: nella deriva dell’immaginario, vi sarebbero robot sessuali che assomigliano a bambini, comportandosi di conseguenza.
“Inoltre alcuni di questi robot possono essere programmati in modo da rispondere alle fantasie di stupro degli acquirenti”, aggiunge il giornale. Non a caso, il congresso Usa ha già varato un progetto di legge che vieta la realizzazione di robot sessuali che assomiglino a minori.
In Gran Bretagna, dove sono in vigore leggi analoghe, le autorità hanno sequestrato lo scorso anno 128 ‘macchine’ con l’aspetto troppo infantile. Si è rapidamente ricostruito che l’85% degli uomini che le avevano acquistato facevano anche ricorso a materiale pedopornografico.
Il fatto è che questi “sex robots” hanno conosciuto negli ultimi anni uno sviluppo tecnologico notevole: l’azienda cinese AI-Tech ha annunciato di aver realizzato il modello ‘Emma’, capace non solo di muovere le proprie braccia, ma che dà anche l’impressione che respiri, alzando e abbassando il proprio petto. Se il cliente vi appoggia la testa, sente il battito cardiaco e pure un certo calore corporeo.
Altri robot sessuali gemono come se provassero piacere, fanno l’occhiolino e possono persino avere la pelle d’oca. La ditta Ds Doll sostiene che presto sarà in grado di produrre un robot capace di imitare la mimica umana.
C’è chi pensa che questo tipo di bambole debba essere completamente vietato: tra questi la professoressa Kathleen Richardson, docente di etica alla De Montdfort University di Leicester, secondo la quale queste macchine non solo rafforzano l’immagine di donne e bambini quali meri oggetti sessuali, ma “minano la soggettività” delle lavoratrici dell’industria sessuale, riducono la capacità di empatia umana con il risultato di promuovere de facto la violenza.
A detta di Lily Frank dell’Università di Eindhoven e di Sven Nyholm dell’ateneo di Utrecht c’è inoltre il rischio che questi prodotti possano “sfruttare la vulnerabilità emotiva dei consumatori”.
La vede diversamente Louie Love, rappresentante della Silicon Lovers di Londra: “Da quando c’è la pandemia tra i nostri acquirenti ci sono molte più coppie, ma anche donne sole ed un aumento di clienti Lgbt”. Secondo Louie, questo tipo di clientela “in genere si occupa amorevolmente delle proprie bambole” piuttosto che perseguire fantasia di violenza.
“Ogni settimana sentiamo di clienti che dicono quanto le bambole abbiano migliorato la loro vita e come abbiano rafforzato la fiducia in se stessi”. Contrariamente a quello che si tende a pensare, non sarebbe la solitudine la principale spinta all’acquisto di sex robot e similari: questo almeno è quello che afferma lo psicologo Simon Dubè della McGill University di Montreal.
“I risultati provvisori dei nostri studi indicano che i motivi principali per cui le persone ricorrono a ‘sex robot’ sono la curiosità e la voglia di piacere sessuale”. Il signor Lapalisse non l’avrebbe detta meglio.
Vedi: Il boom delle vendite di bambole gonfiali e robot sessuali durante il lockdown
Fonte: estero agi