Compagnie aeree in ginocchio a causa della crisi innescata dalla pandemia di coronavirus. La Iata stima che per il 2020 vedranno dimezzarsi il fatturato e registreranno perdite per 84,3 miliardi di dollari. La situazione finanziaria a fine anno “sarà insostenibile.
Il debito globale delle compagnie sarà di 120 miliardi superiore al livello di fine 2019, per un totale di 550 miliardi di dollari, pari a circa il 92% dei ricavi attesi l’anno prossimo”, ha sottolineato il direttore generale Alexandre de Juniac.
L’annuncio di tagli ed esuberi si ripete di giorno in giorno. Le compagnie aeree britanniche British Airways, Virgin Atlantic e EasyJet hanno già annunciato la perdita di quasi 20.000 posti di lavoro. United Airlines oggi ha annunciato che potrebbe licenziare fino a 36.000 dipendenti. Air France taglierà oltre 7.500 posti in tutto il gruppo. E Lufthansa prevede 22.000 esuberi nel secondo round di ristrutturazione. L’International Airlines Group – che possiede tra gli altri British Airways, Iberia e Vueling – ha annunciato una riduzione della sua capacità “di almeno il 75%” ad aprile e maggio rispetto al 2019 a causa della pandemia.
Ecco la situazione delle principali compagnie:
La compagnia aerea statunitense United Airlines ha annunciato che potrebbe licenziare fino a 36.000 dipendenti. I provvedimenti dovrebbero scattare il primo ottobre. L’aviolinea ha spiegato che non è detto che tutti i dipendenti che riceveranno la notifica saranno licenziati, ma ha sottolineato che è importante tagliare i costi a causa del forte calo della domanda.
Il Cda ha approvato una seconda serie di misure nell’ambito del suo programma di ristrutturazione globale, dopo che una prima aveva previsto la riduzione della flotta di 100 aerei e lo stop alle operazioni di Germanwings. L’eccedenza di personale è calcolata in almeno 22.000 unità tra gli assunti a tempo pieno nelle compagnie del gruppo anche nel periodo successivo la crisi. Per evitare i licenziamenti Lufthansa chiede accordi su misure relative alla crisi con i sindacati e le parti sociali.
Il gruppo ha annunciato di voler tagliare 7.580 posti di lavoro sia nella società madre che nella controllata regionale Hop! entro la fine del 2022 per “affrontare la crisi di Covid-19”. In Air France saranno tagliati 6.560 posti di lavoro su 41.000 (contratti permanenti a tempo pieno) mentre 1.020 posti di lavoro su 2.420 saranno tagliati in Hop!.
Iag, la holding che controlla British Airways, ma anche Iberia e Vueling prevede di tagliare fino a 12.000 posti di lavoro per la ristrutturazione della compagnia di bandiera britannica. Attualmente, British Arways ha 42.000 dipendenti.
La compagnia aerea britannica low-cost prevede di licenziare 700 piloti e di chiudere tre basi nel Regno Unito: Stansted, Southend e Newcastle. La compagnia ha 163 aerei parcheggiati in 11 basi del Regno Unito.
Sta pianificando di tagliare 3.000 posti di lavoro e di ridurre le retribuzioni del personale fino a un quinto in risposta alla crisi. La compagnia low-cost ha dichiarato che sta tagliando il 15% della sua forza lavoro che conta 20.000 dipendenti. Nell’ambito di un programma di drastici tagli dei costi, Ryanair ha dichiarato che potrebbe chiudere un certo numero di basi in tutta Europa fino alla ripresa del settore.
Taglierà oltre 3.000 posti di lavoro – circa un terzo del personale – a causa del coronavirus che ha messo le compagnie aeree sotto “una pressione senza precedenti”.
Vedi: I numeri della crisi in cui sprofondano le compagnie aeree
Fonte: economia agi