AGI – Ansiosi, tristi e con enormi difficoltà di concentrazione. Sono i maturandi 2020, quelli che il 17 giugno affronteranno una prova inedita. È il quadro che emerge dall’indagine “Maturità 2020” condotta dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo) in collaborazione con il portale Skuola.net e con l’elaborazione dati a cura dell’Università Politecnica delle Marche. Più dell’83% del campione degli intervistati ha ammesso di fare fatica a concentrarsi.
Il perché è presto detto: sono tante le ragioni che alimentano l’ansia della quasi totalità dei maturandi, già messi a dura prova dagli effetti del lockdown. «A differenza degli altri anni, questa maturità si sta rivelando molto più complessa per gli studenti che dovranno sostenerla», afferma Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta, docente universitario e presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te.
Sono circolate informazioni contrastanti, che hanno contribuito a creare ansia, agitazione, confusione, che si sono aggiunte a quelle, diciamo ‘ordinarie’, pre-esame. I dati che abbiamo rilevato quest’anno – sottolinea Lavenia – mostrano livelli di ansia superiori agli altri anni, e questo avrà delle conseguenze sul vissuto emotivo dei ragazzi. Il 45% di loro, infatti, dichiara di essere disperato mentre tenta di studiare, il 52% dice di non provare alcuna gioia al pensiero di chiudere il percorso di studio e il 47% avverte molta tristezza per non aver potuto condividere il percorso con i compagni di scuola».
Più del 95% dei ragazzi prova molta incertezza riguardo alle modalità di esame, anche a causa della preparazione avuta attraverso la didattica a distanza, non sempre dimostratasi efficace per i problemi di connessione e, tante volte, per l’impreparazione digitale dei docenti. A questo si aggiungono le informazioni frammentate e discordanti ricevute man mano ci si avvicinava all’esame che i ragazzi hanno reperito online.
“Sebbene l’esame di Maturità sia stato semplificato, per tenere conto della straordinaria situazione di emergenza, l’incertezza sullo svolgimento – le ordinanze sono arrivate il 16 maggio, ovvero un mese prima dell’inizio – unita alla solitudine dettata dalla lontananza fisica tra professori e compagni, stanno letteralmente facendo esplodere lo stato psico-fisico dei nostri maturandi: 1 su 2 dichiara di non riuscire a concentrarsi, 1 su 3 dice di avere molte difficoltà nel dormire quando pensa all’esame, poco più di 1 su 4 prova addirittura sensazioni di soffocamento o di battito cardiaco accelerato se si sofferma su cosa lo aspetta.
Le ragazze riferiscono in maniera più accentuata questi sintomi rispetto ai maschi presentando da 15 a 27 punti percentuali in più. Un quadro che va preso in seria considerazione e che può essere aggravato da ulteriori fattori esterni: l’inedito maxi-orale, magari al culmine di esperienze di didattica ‘a distanza’ poco confortanti, nonché le elevate aspettative dei genitori. In presenza di queste condizioni di ulteriore aggravio la percentuale di ragazzi che manifestano i sintomi di cui sopra supera tranquillamente il 60/70%», osserva Daniele Grassucci, direttore e cofounder del portale Skuola.net.
All’ansia da prestazione per l’esame, già cariche di aspettative personali degli studenti, si aggiungono quelle dei genitori e quelle legate al futuro. «Il futuro, lo avevamo già osservato anche nella precedente ricerca ‘Giovani e Quarantena’, è tra le preoccupazioni maggiori dei ragazzi. È fonte di ansia costante per il 47% dei maturandi: nel 60% dei casi sono più le ragazze ad avvertire questa sensazione.
I giovani faticano a immaginare cosa accadrà dopo l’esame e ciò alimenta angoscia in buona parte di loro e, in alcuni casi, pensieri molto negativi. Hanno tante difficoltà a condividere appieno il loro vissuto emotivo. Se i giovani non riescono più a desiderare un domani, a progettarlo, se non avvertono più la speranza di poter esprimere il loro talento nella società è un problema da non sottovalutare: sarà necessario intervenire quanto prima con azioni di supporto», prosegue Giuseppe Lavenia.
La maturità 2020 non sarà come le altre: «Che non si tratti di una normale crisi pre-esame, lo testimonia anche il gradimento della modalità scelta per la Maturità 2020. Se nelle intenzioni del Ministero, probabilmente, l’orale in presenza andava letto come un aiuto per gli studenti, in grado di ricondurli ad una situazione nota e ben rodata, dalle risposte dai ragazzi si evince come al contrario avrebbero volentieri ripiegato sulla modalità a distanza. Di fronte alla prospettiva di tornare a scuola per sostenere il colloquio, infatti, sono di più quelli che sentono salire l’ansia da prestazione rispetto a quelli che si dicono sollevati dal non doverlo svolgere online», conclude Daniele Grassucci.
Vedi: Studenti tristi e ansiosi per la maturità, l'83% fa fatica a concentrarsi
Fonte: cronaca agi