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È iniziata la sperimentazione di Immuni. Salvini, "io non la scarico"

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AGI – La app Immuni per la tracciabilità dei contatti Covid positivi, è da oggi in sperimentazione in 4 regioni (Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia). Matteo Salvini ha confermato che non la scaricherà: “Gli italiani chiedono garanzia totale sulla protezione e la tutela della riservatezza dei loro dati: quindi, fino a che non ci sarà questa garanzia totale io non scarico assolutamente nulla”, ha detto. 

Più di due milioni di italiani, però, l’hanno già scaricata, come ha confermato il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano.

Perché, dice Pisano, bisogna scaricarla

“L’app serve per notificare ai cittadini che sono stati esposti ad un rischio di contagio da Coronavirus, è stata sviluppata nel massimo rispetto della privacy, garantisce l’anonimato, è gratuita e non prevede la geolocalizzazione. Consiglio di scaricarla: è utile in questo momento di ripresa delle attività per muoversi in sicurezza, tutelare noi stessi e impedire la nascita di nuovi focolai”.

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SI tratta insomma, ha spiegato, di uno “strumento digitale importante per proteggere noi stessi e le persone che ci sono care. Un aiuto per muoversi con più sicurezza in questo momento di ripresa, riducendo possibili nuovi focolai sul territorio”.

Risolti i problemi con Honor e Huawei

Ed è nuovamente disponibile su tutti gli smartphone Huawei sul Google Play Store. A confermarlo l’azienda cinese: Immuni funziona e può essere scaricata sul Huawei P20, P20 Pro e sul Huawei P30 e P30 Pro e su tutti gli altri smartphone del colosso cinese e su quelli del brand collegato Honor, che poggiano sulla piattaforma di Mountain View.

Dal giorno del debutto di Immuni sulla piattaforma di Google molti utenti avevano iniziato a segnalare nelle recensioni dell’app sul Google Play Store alcuni problemi di funzionamento con diversi dispositivi Huawei (e Honor)

Appena l’app veniva messa in background, la funzione delle “notifiche di esposizione al COVID-19” veniva disattivata. Per questo motivo Bending Spoons, Google e Huawei si erano messi a lavoro e per risolvere il problema. Il problema di compatibilità tra l’app Immuni e gli smartphone Huawei era causato dalla funzione “Risparmio energetico“.

I dispositivi dell’azienda cinese  hanno una funzione che tende a disattivare automaticamente tutte le app presenti in background in modo da aumentare la durata della batteria. Questo portava lo smartphone a “spegnere” il Bluetooth e conseguentemente anche l’app Immuni e il sistema di notifiche di esposizione al Covid-19. La risoluzione del problema era iniziata venerdì scorso, quando Immuni era tornata scaricabile su alcuni modelli di smartphone Huawei.

La app Immuni – il funzionamento a pieno regime su scala nazionale è previsto per il 15 giugno – “è stata scaricata da 2 milioni di italiani”, ha detto nei giorni scorsi il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri che lo ha definito uno strumento “molto utile”. 

L’ok del Garante della privacy

Ma a dare il via libera oggi all’applicazione di fatto è stato il parere positivo del Garante della privacy, giunto nel primo pomeriggio. Sulla base della valutazione d’impatto trasmessa dal ministero, l’autorità presieduta da Antonello Soro ha ritenuto che “il trattamento di dati personali effettuato nell’ambito del Sistema può essere considerato proporzionato, essendo state previste misure volte a garantire in misura sufficiente il rispetto dei diritti e le libertà degli interessati, che attenuano i rischi che potrebbero derivare da trattamento”.

Il lancio del sito Immuni.Italia.it

Ottenuto l’ok, è stato lanciato il sito Immuni.Italia.it, portale ufficiale dell’applicazione. A stretto giro l’app è comparsa sugli store di Apple e Google, che coprono circa il 99% degli smartphone in Italia, ma disponibile in un primo momento solo tramite download diretto dal sito ufficiale

. In una nota il ministero dell’innovazione ha precisato l’obiettivo principale dell’app: “Dotarsi da adesso dell’app permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio. I servizi sanitari regionali potranno gradualmente attivare gli avvisi dell’app. A cominciare saranno da lunedi’ 8 giugno le Regioni Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia”.

Ma nella nota si precisa anche che l’applicazione “non è direttamente scaricabile via email o tramite Sms”, un richiamo all’altra notizia di giornata: la diffusione di una falsa email, un sito clonato e un file malevolo che, giocando sull’attesa per l’App Immuni, ha diffuso in Italia un ransomware, un virus che ‘prende in ostaggiò pc o smartphone e poi chiede un riscatto.

Come funziona l’app Immuni

Immuni rispetta i principi e le caratteristiche emerse finora: non utilizza dati personali; non traccerà gli spostamenti, ma solo i contatti tra smartphone (scambiandosi dei codici); non sarà obbligatorio scaricarla, né usarla; i dati raccolti potranno essere condivisi solo previa autorizzazione del possessore dello smartphone; tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale (gestito da Sogei), dovranno essere cancellati entro dicembre 2020.

Il progetto, spiega il dicastero guidato da Paola Pisano, nasce dalla collaborazione tra presidenza del Consiglio dei ministri, ministro della Salute, ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Regioni, Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 e le società pubbliche Sogei e PagoPa. “Base di lavoro per la realizzazione dell’app”, ricordano, è “il codice messo gratuitamente a disposizione dello Stato da parte della società Bending Spoons. Il sistema è stato sviluppato anche grazie a un’approfondita interlocuzione con il Garante per la protezione dei dati personali e riservando massima attenzione alla privacy”.

Sulla privacy, nodo centrale dell’app, si precisa che “Immuni è stata progettata e sviluppata ponendo grande attenzione alla tutela della privacy. I dati, raccolti e gestiti dal Ministero della Salute e da soggetti pubblici, sono salvati su server che si trovano in Italia. I dati e le connessioni dell’app con il server sono protetti”. Oltre a Apple e Google, il ministero fa sapere che si sta lavorando per “permettere di scaricare Immuni anche da AppGallery al piu’ presto”. Questo consentirà l’utilizzo anche per gli utenti di smartphone Huawei, il colosso cinese della tecnologia”. 

@arcangeloroc

Vedi: È iniziata la sperimentazione di Immuni. Salvini, "io non la scarico"
Fonte: cronaca agi


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