Sono 192.443 le aziende che, al 24 aprile, hanno presentato la comunicazione alle prefetture per poter continuare a lavorare in quanto funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività non sospese oppure perché di rilevanza strategica per l’economia nazionale. A ieri le verifiche delle task force appositamente costituite in prefettura hanno riguardato 116.237 comunicazioni ed hanno portato all’adozione di 2.631 provvedimenti di sospensione (il 2,3%).
Il maggior numero di comunicazioni è stato presentato in Lombardia (23%), Veneto (16,4%) ed Emilia Romagna (16,4%). Seguono nel centro Italia Toscana (7,9%) e Lazio (4,5%), nelle regioni meridionali Puglia (3,7%) e Campania (2%).
“Per permettere la rapida ripresa delle attività economico-produttive – spiega il Viminale in una nota – è stata prevista una procedura semplificata, che fa affidamento sul senso di responsabilità dei singoli imprenditori e che consente l’immediato avvio dell’attività con la preventiva comunicazione al prefetto che e’ chiamato a verificarne i presupposti.
Le verifiche non devono necessariamente concludersi con un provvedimento espresso, che viene adottato soltanto nel caso in cui dagli accertamenti emerga l’insussistenza delle condizioni che legittimano l’esercizio dell’attività”.
La data fissata sul calendario degli italiani è quella del 4 maggio. Da quel momento, è la speranza, si potrà ricominciare a uscire di casa, a lavorare, a vedere i propri cari e i propri amici. Insomma, a vivere. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sta lavorando di lima al piano che traduce le linee guida offerte dalla task force presieduta da Vittorio Colao. La presentazione del piano agli italiani dovrebbe arrivare non prima di lunedì perché, come spiegano fonti di governo, le linee guida devono essere vagliate dal Comitato Tecnico Scientifico, poi andranno sottoposte alle parti sociali, agli enti locali e alle Regioni e, infine, al dipartimento per gli affari giuridici e amministrativi.
Tra questi, gli occupati nelle aziende che producono macchinari per disabili, attrezzature agricole e per la silvicoltura (la cura dei boschi), che potrebbero tornare al lavoro la settimana da lunedì. Seguiranno, dal 4 maggio, le costruzioni e il manifatturiero. Incerto, al momento, il timing delle altre aperture: il comitato scientifico che affianca il governo consiglia di attendere ancora per il via libera alla riaperture delle attività commerciali. Si parla della metà del mese prossimo, ma anche queste date indicative sono variabili dipendenti dall’andamento del contagio. Perché occorre ricordare che task force, comitato e ministri lavorano sempre con un occhio ai diagrammi che descrivono contagi, decessi, ricoveri in terapia intensiva e guarigioni.
Anche quando tutte le attività saranno riaperte, però, la normalità sarà ancora lontana. Distanza di sicurezza e dispositivi di protezione individuale. Da questo punto di vista il governo e’ al lavoro per garantire che tutti gli italiani abbiano mascherine a sufficienza. “Siamo pronti a distribuire tutte le mascherine che serviranno per gestire la fase 2”, assicura il Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri.
Ad oggi sono stati distribuiti 138 milioni di mascherine, le Regioni ne hanno 47 milioni nei magazzini. Ci sono, poi, due imprese italiane al lavoro per realizzare 51 macchine utensili che produrranno tra 400 e 800 mila pezzi al giorno. Macchine che lo stato acquistera’ cosi’ da “arrivare presto a produrre almeno 25 milioni di mascherine al giorno”. Capitolo sport: via libera a quelli individuali e all’aperto, ma niente assembramenti. Promossa, quindi, la corsa o la bici. Bocciati gli sport di squadra.
Vedi: Quasi 200 mila aziende hanno comunicato la riapertura
Fonte: cronaca agi