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Come lavora Amazon durante l'emergenza coronavirus

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Due euro all’ora in più in busta paga, per tutti e fino almeno a fine aprile, come forma di riconoscimento. È una delle mosse decise da Amazon, il colosso dell’e-commerce che nelle settimane di pandemia da coronavirus ha optato per inserire un bonus che pesa all’incirca per il 20% dello stipendio.

L’investimento complessivo, che riguarda i dipendenti di Stati Uniti, Europa e Canada, supera i 350 milioni di dollari. Per la società di Jeff Bezos, le ultime settimane sono state piuttosto movimentate: in diverse sedi, da quella in provincia di Piacenza fino a quella di Torrazza Piemonte, sono partite agitazioni con le quali le sigle sindacali hanno chiesto il rispetto delle misure di contenimento del virus nei magazzini.

Abbiamo chiesto all’azienda di spiegarci che cosa è successo in questi due mesi, da quando cioè il coronavirus è stato individuato in Italia, e le misure adottate per contrastarne la diffusione nei magazzini.

L’impennata di ordini delle prime settimane e la decisione di Amazon di rallentare

Contattata dall’AGI, l’azienda ha confermato che nelle prime settimane di lockdown si è verificato un importante aumento degli ordini. Per garantire il distanziamento dei lavoratori, così, si è cercato di alleviare la pressione su magazzini eliminando per un periodo alcune offerte: “Abbiamo concentrato la nostra capacità sui prodotti che hanno la massima priorità per i nostri clienti in questo momento”, come quelli alimentari, quelli per la pulizia della casa, la salute e la cura della persona, oltre naturalmente agli articoli utili a chi lavora da casa, e a giocattoli e libri per i bambini. Una riduzione dettata dall’esigenza di frenare le richieste e tutelare anche i dipendenti, sostiene l’azienda, ricordando che il decreto del governo dello scorso 11 marzo e avrebbero consentito “la vendita online e le attività logistiche connesse per beni di qualsiasi tipologia”.

La mossa ha funzionato, consentendo di riequilibrare i carichi sui diversi siti, spostando in avanti la data di consegna di prodotti meno prioritari e potendo così lavorare garantendo misure di sicurezza. 

Niente assunzioni straordinarie in Italia, anzi: raddoppiata la distanza di sicurezza 

Di fronte all’aumento di richieste, dunque, si è scelto di frenare: “Come rallenta il paese, rallentiamo anche noi, e lo facciamo con piacere per tutelare i lavoratori e chi riceve i nostri prodotti”. Perciò niente assunzioni straordinarie, assicurano da Amazon, mentre i processi di recruting già pianificati sono proseguiti per via telematica. Per chi lavora negli uffici di Milano, un migliaio di persone, è stato incentivato lo smart working.

Nei magazzini sono stati rivisti 150 processi per portare la distanza interpersonale a 2 metri (la stessa che viene rispettata dai corrieri al momento della consegna), il doppio di quanto previsto dalle linee dettate dal governo. All’ingresso, vengono fornite mascherine per tutti e misurata la temperatura corporea, mentre i briefing di gruppo sono stati sospesi. 

In tutti i siti, fa sapere Amazon, è stata aumentata la frequenza e l’intensità delle pulizie, “inclusa una sanificazione regolare delle maniglie di tutte le porte, dei pulsanti degli ascensori, degli armadietti, degli schermi touch”. Nelle sale break sono state “spostate le sedie e distanziati i tavoli, i microonde e i frigoriferi per garantire ulteriormente il rispetto della distanza di sicurezza”. Ultimo, ma non per importanza, la possibilità di tenere il cellulare in postazione nel caso in cui i dipendenti abbiano bisogno di tenersi in contatto con la propria famiglia o le babysitter: una normalità per quasi tutti i lavori del mondo ma non in Amazon, dove da sempre i telefoni sono banditi, anche per evitare distrazioni lungo la catena di inscatolamento. 

Vedi: Come lavora Amazon durante l'emergenza coronavirus
Fonte: economia agi


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