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Il caso del sacerdote uscito dal lockdown per fare un esorcismo

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È un giallo la vicenda di un sacerdote fermato ieri dalla polizia locale ad Arborio, un piccolo centro nel Vercellese, mentre transitava in auto in una via del paese. Agli agenti, il prete ha giustificato il suo spostamento spiegando che si stava recando a praticare un esorcismo per scacciare una presenza demoniaca; poi, ai vigili impietriti, ha esibito una certificazione dell’arcivescovo di Vercelli, monsignor Marco Arnolfo.

Per gli agenti della polizia locale dell’Unione Bassa Sesia la “bolla vescovile” era inoppugnabile e di conseguenza hanno dato via libera al sacerdote. Peccato che questa mattina la Curia diocesana di Vercelli rimesso in discussione tutto. “L’Arcidiocesi di Vercelli – si legge in una nota – smentisce che protagonista dell’accaduto sia un proprio presbitero diocesano o religioso operante sul proprio territorio. Di conseguenza anche il documento eventualmente presentato dal sacerdote oggetto dei fatti menzionati non reca la firma dell’Arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo, totalmente estraneo rispetto ai fatti menzionati”. Resta il mistero: chi è il presunto esorcista e cosa stava facendo in giro tra le risaie e la Sesia? 

Vedi: Il caso del sacerdote uscito dal lockdown per fare un esorcismo
Fonte: cronaca agi


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