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Perché l'Università di Milano ha stanziato 100 mila euro per un maxi screening 

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L”Università degli Studi di Milano, uno dei sette atenei milanesi, ha deciso di stanziare 100 mila euro per un maxi screening sul coronavirus da effettuare su tutti i dipendenti dell’Università, gli assegnisti e i borsisti, che aderiranno al programma.

Come si legge in una lettera inviata dal rettore Elio Franzini ai circa 4 mila dipendenti fra professori, amministrativi e tecnici ma rivolta anche a un altro migliaio di borsisti, dottorandi e assegnisti, “in questi giorni di grande incertezza, la nostra Università è impegnata in prima linea nell’emergenza coronavirus (Covid19), non solo attraverso lo straordinario lavoro del suo personale medico, infermieristico e delle professioni sanitarie ma anche mettendo a disposizione della città, del Paese e dell’intera comunità scientifica le sue competenze, allo scopo di avanzare le conoscenze sia sulle modalità di diffusione dell’infezione e sulla risposta della popolazione, che sull’individuazione di nuove strategie terapeutiche”.

Ora, si legge nella lettera di cui l’Agi è venuta a conoscenza, l’ateneo ha deciso “di promuovere un fondo straordinario da destinare a progetti di ricerca sul coronavirus che possano fornire risultati immediati”, stanziando 100 mila euro.”Come avrete letto e sentito in questi giorni – prosegue la lettera del rettore –  le conoscenze sulle modalità di diffusione del virus restano a tutt’oggi contraddittorie. Secondo alcuni, infatti, il virus sarebbe presente in Italia da pochissime settimane, mentre secondo altri è arrivato nel nostro Paese già da diverso tempo. Rispondere in tempi brevi a questa domanda è importantissimo per stimare la proporzione di soggetti asintomatici che è già venuta in contatto con il virus e ha sviluppato la capacità di difendersene attraverso una risposta immunitaria specifica, cioè producendo anticorpi anti-Covid19″.

Lo studio finanziato dall’Università milanese si chiama Unicorn e si propone proprio di risalire a questo, misurando gli anticorpi contro il virus Covid-19 nel sangue e la presenza del virus di un’ampia popolazione asintomatica. Per realizzarlo, Franzini chiede “la partecipazione, ovviamente volontaria, di TUTTO il personale di UNIMI, docenti e ricercatori, personale tecnico-amministrativo e bibliotecario, dottorandi, assegnisti e borsisti. Data l’importanza dei risultati che potranno emergere, capite bene che la rapidità di esecuzione del progetto è un elemento chiave. Infatti, l’inizio della raccolta dei campioni è previsto indicativamente per mercoledì 11 marzo”. 

Vedi: Perché l'Università di Milano ha stanziato 100 mila euro per un maxi screening 
Fonte: cronaca agi


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