Ogni buona amministrazione pubblica non può più prescindere dalla tecnologia digitale, da data base affidabili, condivisibili e di facile consultazione, provvisti di sistemi, insomma, che consentano di velocizzazione la macchina burocratica e assicurare un’azione amministrativa trasparente ed efficace.
A dare una mano, identità digitali e piattaforme elettroniche.
Anagrafe tributaria, la “veterana” delle piattaforme informatiche
L’Anagrafe tributaria, istituita nel 1973, rappresenta senz’altro l’archivio informatico più noto a qualsiasi contribuente. Il database accoglie, infatti, i nostri dati, fin quasi dalla nascita, e cioè dall’attribuzione del codice fiscale, l’identificativo che ci seguirà per tutta la vita, o partita Iva per le imprese. Nel sistema, in pratica, confluiscono tutte le informazioni utili a definire l’identikit fiscale di ogni cittadino, azienda o altro contribuente. È grazie anche ai dati presenti nell’Anagrafe tributaria che l’Agenzia delle entrate, ad esempio, può, tra l’altro, predisporre la dichiarazione dei redditi precompilata, con inserite la maggior parte delle detrazioni e deduzioni spettanti e i redditi imponibili. Il database, inoltre, è fondamentale per contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale, perché consente, grazie a incroci automatici e interconnessioni, l’emersione di discordanze, violazioni e comportamenti illeciti, il meccanismo, inoltre permette all’Amministrazione finanziaria di “preavvisare” il contribuente di eventuali incoerenze o possibili errori rilevati negli adempimenti, mettendolo nelle condizioni di rimediare al minimo sanzionabile.
Identità digitale del cittadino, Spid e Cns
Compilare, modificare e spedire la dichiarazione dei redditi precompilata, registrare un contratto di locazione, consultare i dati catastali, visualizzare la propria posizione nel cassetto fiscale, accedere aSister, la piattaforma da cui consultare online le banche dati per effettuare visure e ricerche catastali e ispezioni ipotecarie. Sono soltanto alcuni dei servizi utilizzabili grazie al Sistema pubblico di identità digitale (Spid), la chiave elettronica gratuita, unica, sicura e protetta di accesso alla Pubblica amministrazione, che affianca, per quanto riguarda il Fisco, le altre modalità di autenticazione previste per gli utenti dei servizi telematici dell’Agenzia delle entrate (Entratel o Fisconline).
In breve, Spid consente al cittadino di muoversi nelle aree personali dei servizi telematici delle diverse amministrazioni pubbliche e statali utilizzando un unico nome utente e un’unicapassword.
Il sistema, inoltre, impedisce la profilazione garantendo la protezione dei dati personali e prevede tre diversi livelli di identità, che corrispondono ad altrettanti livelli di sicurezza. Per entrare nell’area riservata del sito dell’Agenzia e utilizzare servizi telematici, le persone fisiche devono fornirsi dell’abilitazione di secondo livello, stesso livello per gli incaricati dalle persone fisiche.
Presupposti per avere Spid è la maggiore età e avere un documento di riconoscimento, la tessera sanitaria con codice fiscale, un indirizzo e-mail e un numero di telefono.
Una volta verificate tali condizioni, si può procedere con la registrazione dal sito di uno dei nove gestori dell’Id (Identity provider) accreditati dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) e seguire le istruzioni. Per ogni ulteriore chiarimento il cittadino può comunque collegarsi al sito che l’Agid ha dedicato allo Spid.
Altro strumento di identificazione in rete che consente la fruizione dei servizi delle pubbliche amministrazioni è la Carta nazionale dei servizi (Cns). La carta è presente tra le piattaforme elettroniche gestite dall’Agenzia per l’Italia digitale ed ha una completa corrispondenza informatica con la carta d’identità elettronica (Cie), attuando un’interoperabilità tra le carte. La Cns non contiene la foto del titolare e non richiede particolari requisiti di sicurezza per il supporto plastico.
Fatturazione elettronica e Sdi
Il “digitale” è sempre più il canale preferenziale e, in alcuni casi, addirittura unico, per effettuare adempimenti nei confronti dell’Amministrazione fiscale. Uno dei sistemi di cui si è parlato e si continua a parlare di più è l’introduzione della fatturazione elettronica divenuta ormai obbligatoria per tutte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, salvo le eccezioni previste per legge, effettuate sia tra operatori Iva che nei confronti dei consumatori finali.
Fulcro del processo è il Sistema di interscambio (Sdi), la piattaforma digitale “stazione di transito” della fattura telematica, gestita da Agenzia delle entrate e Sogei, partner tecnologico dell’Amministrazione finanziaria.
Il documento fiscale, dopo il click di invio dell’utente, fa una prima tappa verso lo Sdi. Il sistema controlla se il file contiene i dati necessari ai fini fiscali e l’indirizzo elettronico presso il quale il cliente desidera ricevere la fattura e verifica l’esistenza della partita Iva di chi ha emesso fattura e il codice fiscale (o la partita Iva) del destinatario della fattura stessa. Superati positivamente detti test di controllo, lo Sdi recapita la fattura al cliente e invia al mittente una “ricevuta di recapito”, con la data e l’ora di consegna del documento. In caso di problemi, invece, il sistema restituisce una ricevuta di scarto contenente il codice di scarto e una sintetica descrizione del motivo del rifiuto.
L’Agenzia delle entrate, per predisporre le fatture elettroniche, mette a disposizione degli operatori, gratuitamente, tre tipi di programmi:
Il sito delle Entrate ha, in ogni caso, dedicato una sezione ad hoc all’argomento dove sono consultabili approfondimenti, istruzioni e tutorial.
Una identità digitale per ogni Pa
L’Indice pubbliche amministrazioni (Ipa) contiene i domicili telematici, validi per legge, delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di servizi pubblici, da utilizzare per lo scambio di informazioni e documenti con i privati.
Attraverso il sito Ipa è possibile risalire anche al codice unico di sei caratteri alfanumerici che identificano gli uffici della Pa cui indirizzare le fatture elettroniche. Uno strumento fondamentale, quindi, per consentire al Sistema di interscambio di recapitare correttamente le fatture all’ente.
La piattaforma è dotata di un meccanismo di consultazione semplice e intuitivo per conoscere pec, indirizzo e-mail, uffici, competenze, o altro ancora dell’amministrazione interessata.
PagoPA, il sistema unico di versamento elettronico
Un altro servizio digitale che semplifica gli adempimenti dei cittadini è il sistema “pagoPA”. La piattaforma digitale consente a privati e aziende di effettuare, attraverso un unico canale e con le stesse modalità, pagamenti elettronici standardizzati di tasse, tributi rette a molto altro, a favore delle pubbliche amministrazioni centrali e locali (e non solo), passando per i “Prestatori di servizi di pagamento” (Psp) aderenti (banche, poste, eccetera). Le regole sono definite dall’articolo 5, comma 2, del Dlgs n. 82/2005 (“Codice dell’amministrazione digitale”). Il servizio è fruibile direttamente sul sito o sull’app dell’ente creditore (ad esempio l’Agenzia delle entrate-Riscossione) oppure dai canali (online e fisici) del Prestatore di servizio scelto dal contribuente o, ancora, presso i punti vendita di Sisal, Lottomatica e Itb.
Tra gli elementi essenziali del versamento pagoPA si evidenziano l’Identificativo univoco di versamento” (Iuv), l’Iban del destinatario della somma, e l’identificativo del contribuente.
Ogni ente creditore deve attribuire alle singole tipologie di incasso uno Iuv e aprire un conto corrente “dedicato” presso le banche o gli altri istituti abilitati al servizio, o presso le Poste. L’identificativo del pagatore è invece costituito dal codice fiscale o dalla partita Iva salvo i casi in cui le amministrazioni pubbliche non richiedano altra identificazione informatica.
L’ultimo “cliente” della piattaforma è il bollo auto che dal 1° gennaio 2020 dovrà essere pagato esclusivamente con “pagoPA”.
Con l’Anpr, un solo domicilio per tutte le anagrafi comunali
L’Agenzia delle entrate è tra gli utilizzatori dell’Anagrafe della popolazione residente (Anpr). Si tratta di un progetto work in progress, che prevede la creazione di un database unico, in cui far confluire, progressivamente, i dati delle anagrafi comunali dell’intero Paese. Il sistema consente l’integrazione delle informazioni in possesso delle diverse amministrazioni. La procedura comporta vantaggi sia per i cittadini che per gli enti e le amministrazioni. Il privato, infatti, oltre a poter verificare i propri dati anagrafici all’interno dell’area riservata del sito dell’Anpr (accessibile tramite Spid, la carta di identità elettronica o la carta nazionale dei servizi), potrà chiedere online documenti e certificati in modo semplice e veloce. Le Pa, da parte loro, potranno effettuare verifiche e riscontri collegandosi a un unico portale. Il sistema consente, inoltre, di indicare il proprio domicilio digitale (ovvero l’indirizzo pec) come canale unico di comunicazione con la pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda il Fisco, l’Agenzia delle entrate, attraverso la nuova Anagrafe nazionale, può disporre di informazioni aggiornate sugli italiani iscritti all’Aire e sottoposti a regimi fiscali specifici, e sugli stranieri non residenti che hanno però richiesto il codice fiscale in Italia.
Ma l’Amministrazione finanziaria non è semplice utilizzatrice della banca dati anagrafici nazionale. L’Agenzia ha, infatti, il compito di verificare la corrispondenza tra il codice fiscale comunicato dal Comune e i dati che concorrono alla sua formazione (cognome e nome; sesso; luogo e data di nascita). Nel caso in cui ci fosse discordanza, l’informazione non potrà transitare nell’Anpr fino a quando il Comune non ha provveduto alla correzione.
Fonte: Fiscooggi.it