L’espressione Notte dei cristalli indica i pogrom (termine storico di derivazione russa con cui vengono indicate le sommosse popolari verso minoranze religiose avvenute nel corso della storia, in particolare le sommosse contro gli Ebrei) antisemiti che scoppiarono su scala nazionale nella Germania nazista e in Austria nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938. L’episodio scatenante fu l’attentato condotto l’8 novembre dal diciassettenne ebreo-polacco Herschel Grynszpan contro il diplomatico tedesco Ernst Eduard vom Rath a Parigi.
La sera del 9 novembre, quando giunse notizia della morte del diplomatico tedesco, scattò un vero e proprio attacco fisico contro gli ebrei e i loro beni in tutti i territori sotto il controllo tedesco, coordinato e ordinato da Goebbels, ministro della Propaganda.
I rapporti ufficiali dei nazisti parlarono di 91 morti ebrei, ma il numero effettivo fu in realtà di gran lunga più elevato (probabilmente fra i 1 000 e i 2 000), specie se considerati i maltrattamenti inflitti dopo gli arresti. Furono colpiti simboli, strutture comunitarie e i mezzi di sostentamento della comunità ebraica; oltre 520 sinagoghe vennero bruciate o completamente distrutte, centinaia di case di preghiera e cimiteri vennero demoliti. Furono assaltate scuole e orfanotrofi e migliaia di luoghi di aggregazione ebraici, assieme a migliaia di esercizi commerciali e abitazioni private di cittadini israeliti.
Nel linguaggio comune LA NOTTE DEI CRISTALLI DEL REICH fu un’espressione derisoria in quanto richiamava le vetrine distrutte. Il pogrom diede un’accelerazione all’inasprimento della Judenpolitik (“politica ebraica”) nel territorio: in una riunione ministeriale del 12 novembre fu deciso di varare una serie di decreti che dessero forma concreta ai vari piani di esproprio dei beni ebraici discussi nei mesi precedenti. Una stretta sulla legislazione razziale che fu il preludio di una futura forzata emigrazione degli ebrei dalla Germania.