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8 e mezzo – Se questo è un Sogno

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comunicato stampa

Da giovedì 20 febbraio in scena al Piccolo Teatro della Città lo spettacolo di Gisella
Calì ispirato al capolavoro di Federico Fellini 8½, e incentrato sulle vicende
del regista Guido Anselmi e del suo rapporto con le donne della sua vita

Si ispira al capolavoro di Federico Fellini 8½, incentrato sulle vicende del regista
Guido Anselmi e del suo rapporto con le donne della sua vita, lo spettacolo 8 e
mezzo, Se questo è un Sogno che mette a fuoco la genesi del film. Scritto e diretto da
Gisella Calì, lo spettacolo è una nuova produzione dell’Associazione Città Teatro e
va in scena dal 20 al 23 febbraio (ore 21, domenica ore 18) al Piccolo Teatro della
Città di Catania. In scena Emanuele Puglia nel ruolo del regista Guido Anselmi,
Egle Doria che interpreta la moglie Luisa, Barbara Gallo nei panni della madre,
Carmela Buffa Calleo che interpreta la produttrice Liliane La Fleur, Laura
Giordani nei panni de La Saraghina, La Superiora, Lady Spa, Ornella Brunetto in
quelli della musa Claudia, Laura Sfilio che interpreta l’amante Carla e Cindy
Cardillo nel ruolo della giornalista Stephanie Necrophorus e Lorenzo Aliotta. Le
scene e i costumi sono di Vincenzo La Mendola, la direzione musicale di Marco
Genovese, mentre la direzione del coro è di Iole Patronaggio ed Ettore Iurato
l’assistente alla regia.
Lo spettacolo racconta tutto quello che precede l’inizio delle riprese del film.
L’angoscia esistenziale e artistica del regista Fellini/Anselmi. Nei due anni
precedenti, Fellini vive una profonda crisi personale, disegnata dallo stesso regista
nel Libro dei Sogni, sotto indicazione dell’analista junghiano al quale è ricorso. Sono
anni in cui il bisogno di interrogarsi sul senso della Vita e della Morte diventa
prioritario e insopprimibile. Come nel film, definito la danza senza fine della vita,
anche qui, le scene si succedono le une alle altre in un carosello senza tregua che
mescola realtà, sogno e fantasia, presente e passato, in un flusso continuo di
personaggi e maschere, situazioni surreali, comiche, idilliache, drammatiche,
nostalgiche. Come una coreografia, lo svolgersi delle scene, accelera, frena, sembra
fermarsi, per poi ripartire in impennata. In questo vortice impazzito l’uomo, il regista
(Anselmi o Fellini che sia) mette a fuoco tutta la sua vita, con un eccesso di verità
difficilmente raggiungibile da altri autori. E’ una riflessione sulla vita e sull’arte,
sulla relazione di coppia e le sue alterazioni, sulla ricerca del senso dell’ esistenza e
della verità, di un centro di gravità permanente in grado di mettere ordine.