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72 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani: “libertà e dignità”

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di Ettore Minniti

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ed ogni anno in tutto il mondo, dal 1950, si celebra in questo giorno la Giornata mondiale dei diritti umani.

La Dichiarazione, che si compone di 30 articoli, si apre con un Preambolo con una serie di considerazioni che:

“il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamentodella libertà, della giustizia e della pace nel mondo;
il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità, e che l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell’uomo;
è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione;
è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni;
i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti dell’uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà;
gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l’osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni”.

Dopo questa premessa l’Assemblea Generale ONU proclamò la “Dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione”.  

La Convenzione si è diffusa in tutto il continente nel corso degli ultimi 72 anni e oggi cerca di tutelare i diritti umani e le libertà fondamentali dei cittadini di 47 paesi aderenti.

Alla Convenzione sovraintende la Corte europea dei diritti dell’uomo con sede a Strasburgo.

Circa 20 mila sentenze emesse dalla Corte hanno migliorato la vita dei cittadini in tutto il Continente. Ad esempio la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che tenere una persona in condizioni di servitù domestica o schiavitù è reato.

La Convenzione ha ugualmente apportato numerosi cambiamenti positivi grazie alla sua applicazione interna da parte delle autorità nazionali e ha contribuito a un miglioramento delle norme in materia di diritti fondamentali in altre parti del mondo.

Una data importantissima dicevamo, scelta all’indomani del secondo conflitto mondiale, per ribadire il valore fondamentale di parole come “libertà” e “dignità”. La tragedia della guerra aveva da poco lasciato ferite profonde in tutta Europa, e nel mondo, e parlare di libertà e uguaglianza dell’essere umano sembrava la cosa più necessaria e doverosa da fare.

“Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità” .

Purtroppo c’è tanto da fare e la strada per l’affermazione dei diritti umani nel mondo è ancora lunga e piena di ostacoli.


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