di Gianni De Iuliis
1984 (Nineteen Eighty-Four) è un romanzo distopico di George Orwell, pubblicato nel 1949. Opera più popolare di Orwell, è posizionato da Le Monde al 22º posto della classifica dei 100 migliori libri scritti nel ventesimo secolo.
1984 appartiene a quella serie di romanzi come Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley (che fu insegnante di Orwell e a cui Orwell si ispirerà) che compaiono nell’Europa del primo e del secondo dopoguerra, caratterizzati da un profondo pessimismo, segno di una crisi di valori che colpisce la fiducia della borghesia e degli intellettuali nel Positivismo e nelle ideologie da esso derivate. La corrente è definita distopia e nasce in opposizione ai romanzi utopici, come per esempio La città del Sole di Tommaso Campanella o L’Utopia di Tommaso Moro. Fahrenheit 451 di Ray Bradbury (1953) sarà uno degli ultimi più famosi epigoni del genere letterario distopico.
Orwell, anarchico passato al socialismo, combattente in Spagna col POUM, fu vittima delle persecuzioni staliniste durante la guerra civile spagnola. Da questo evento terribile, che egli considerò un vero e proprio tradimento tra fratelli, perpetrato con grande abilità dialettica (si veda il suo libro Omaggio alla Catalogna), nacque in lui la necessità di combattere ogni forma di totalitarismo, sia quello fascista sia quello comunista.