di Ettore Minniti
Il 3 gennaio del 1954 cominciava in Italia l’era della televisione, che rivoluzionerà gli usi e i costumi del nostro Paese. La RAI debuttò sul piccolo schermo con l’annunciatrice televisiva Fulvia Colombo e diede il via alle trasmissioni regolari Quel giorno andarono in onda la prima puntata del telegiornale e udite – udite si ebbe l’esordio della prima puntata della “Domenica Sportiva”.
Migliaia di italiani si dotarono del televisore: uno scatolone parlante, nonostante il costo proibitivo. Tant’è che la visione era riservata, da parte del proprietario, ai vicini, ai familiari, agli amici. Il nuovo focolaio domestico, una visione collettiva, una nuova socialità.
Ma la vera rivoluzione porta la data del 5 febbraio 1950. Un giorno da ricordare perché fu il giorno in cui la RAI trasmise la prima partita di Serie A: Juventus-Milan per la sola città di Torino. È la prima partita di un campionato di calcio di serie A della storia della Tv, con la Rai che poi trasmise durante lo stesso anno il primo Mondiale. Quella partita Juve-Milan rappresenta una nuova sfida, una prova in esterna con le telecamere.
70 anni di calcio per un popolo italiano ‘pallonaro’ e di tifoserie contrapposte dove la tifoseria (a volte eccessivamente esacerbata) ha sempre il sopravvento sulla sportività.
Un match passato alla storia per il sorprendente risultato (oggi impensabile) che vide i rossoneri, secondi in classifica, espugnare il campo della capolista (che avrebbe poi vinto il campionato) con il punteggio incredibile di 1 – 7, davanti a 50 mila spettatori.
La formazione bianconera allenata da Carver, dove giocavano Parola e Boniperti, dopo aver trovato il vantaggio con Hansen, fu travolta dalla compagine milanese del “Gre-No-Li” (Gren, Nordahl e Liedholm), che ribaltò il risultato con la tripletta di Nordhal, e le reti di Gren, Liedholm, Burini e Candiani).
In questo periodo di chiusura degli stadi, la televisione e le trasmissioni sportive, in particolare quelle del calcio anche se a pagamento, hanno rappresentato un punto di riferimento per i tanti tifosi.
Lo scatolone parlante (oggi ultrapiatto) continua, come allora, ad essere seguito come prima e più di prima nonostante i suoi 70 anni.