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Giorgetti: ipotesi rialzo Pil 2024; 2% a Difesa “ambizioso”

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Giorgetti intanto apre ad alcune possibili modifiche al testo nel corso dell’iter parlamentare, ma fissa dei paletti precisi. Sulla norma relativa ai delegati del Mef nei collegi sindacali si dice “apertissimo a qualsiasi proposta ma il principio deve essere mantenuto: chi riceve qualsiasi incentivo dallo Stato deve avere un comportamento parsimonioso nell’uso. Il Mef non vuole curiosare da nessuna parte, avrebbe la Guardia di Finanza se necessario”. Sui profitti delle criptovalute (l’aliquota passa dal 26 al 42%): “Sono disponibile a valutare forme di tassazione diverse rispetto alla permanenza in portafoglio degli investimenti. Quello che va tassato di più è la speculazione, va agevolato il tenere nel lungo termine una forma di risparmio o investimento”.
Capitolo automotive. Le associazioni del comparto denunciano un taglio al fondo fino al 2030 pari a 4,6 miliardi. Il titolare del Mef replica: “Noi non togliamo i fondi alle imprese che vogliono riconvertire ma i tagliamo i fondi per le rottamazioni e per gli incentivi all’acquisto auto elettriche prodotte in Cina e in altri Paesei. Quei 700 milioni non li trovate più”. E invita il settore ad un passo in avanti sulla transizione ecologica: “C’è bisogno di imprenditori che accettino il processo di riconversione”.
Sul fronte della sanità, per Giorgetti, “il livello del finanziamento passerà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141,3 miliardi del 2027, con un incremento medio annuo nel periodo 2025-2027 superiore al tasso di crescita programmato per la spesa primaria netta nel Psb”.
Quanto al definanziamento da 425 milioni della tratta T1 della Metro C di Roma – da piazzale Clodio alla Farnesina – il titolare del Mef fa presente che “siamo in una fase in cui manca la progettazione definitiva, temo che non si possa fare in 20 giorni. L’opera è meritoria, vediamo di trovare il modo, in base alle regole contabili perché gli stanziamenti vegano fatti ma non si bruci spazio fiscale di bilancio”.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri si dice “pronto a trovare una soluzione condivisa” ma ricorda che il “finanziamento dopo la progettazione non attuabile per Metro C”. (AGI)

MAN
== Giorgetti: ipotesi rialzo Pil 2024; 2% a Difesa “ambizioso”
Pubblicato: 07/11/2024 18:30
(AGI) – Roma, 7 nov. – L’obiettivo del 2% del Pil per le spese sulla difesa richiesto dalla Nato, per Giancarlo Giorgetti, “risulta molto ambizioso” e “non del tutto compatibile sotto il profilo delle coperture con la governance europea”. Durante l’audizione sulla manovra in Commissione Bilancio, il ministro dell’Economia specifica che il potenziamento degli investimenti nel settore bellico – 35 miliardi nel periodo 2025-203 – farà arrivare il rapporto all’1,57% nel 2025, l’1,58% nel 2026 e l’1,61% nel 2027. Una sottolineatura che arriva nel giorno in cui il segretario generale della Nato Mark Rutte ricorda che è stato il prossimo presidente Usa Donald Trump, durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, “a stimolarci a superare il 2%”.
Giorgetti rivendica ancora una volta l’approccio “prudente” ai conti pubblici che, sottolinea, ha contribuito “sia alla recente revisione al rialzo degli outlook da parte di due agenzie di rating, sia al dimezzamento dello spread rispetto ai livelli di due anni fa”. E si dice “non stupito” da eventuali “revisioni al rialzo” delle stime preliminari del Pil 2024, che nel trimestre finale dell’anno “dovrebbe tornare in espansione, grazie al recupero della domanda estera” e “alla ripresa dei consumi”.
Nei quattro giorni di audizioni il testo della legge di bilancio ha incassato diversi rilievi, dalla Confindustria che sostiene non dia “risposte adeguate ai problemi e ai rischi” del Paese, ai sindacati che l’hanno bocciata ad eccezione di Cisl ed Ugl. Sono state elogiate da più parti la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale fino a 40mila euro e la riduzione a 3 aliquote Irpef, mentre appunti sono stati mossi alla norma sui revisori del Mef nelle aziende e gli enti che prendono contributi pubblici da almeno 100mila euro. Giorgetti replica: “Questo governo ha messo risorse alle famiglie dei reddito medio-bassi sotto i 40mila euro, per i lavoratori dipendenti, sorprende che questo venga contestato proprio dai sindacati e dalle forze di sinistra. Lo abbiamo fatto per rilanciare i consumi”.
Le opposizioni parlano di una manovra di tagli che frena la crescita. “L’ottimismo di Giorgetti si basa su coperture poco solide. Il ministro non risponde all’allarme di Bankitalia, Upb, Cnel e Istat che hanno detto che i numeri della manovra sono fragili”, sottolinea Ubaldo Pagano del Pd. Mentre per il M5s “il ministro, di fronte alla drammatica evidenza, ha ammesso che questa è una legge di bilancio finanziata con tagli da 20 miliardi”.
Nella maggioranza non c’è intesa sulla proroga dello sconto del canone Rai da 90 a 70 euro annui. Il provvedimento era stato inserito nella manovra dello scorso anno, ora un emendamento della Lega al Dl Fiscale punta a replicarlo nel 202, ma Forza Italia esprime perplessità. Per il vice premier Antonio Tajani: “Quella della Lega “e’ una proposta che non fa parte del programma e non condividiamo. Rischia di danneggiare l’azienda”. La Lega replica: “La riduzione delle tasse e del canone Rai sono obiettivi del centrodestra. Sorprendono le parole di Tajani”. (AGI)