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30 giugno 1995. Ultima puntata di “Non è la Rai” di Gianni Boncompagni

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di Gianni De Iuliis

Il 30 giugno 1995 andò in onda la puntata finale del varietà televisivo NON È LA RAI.

Non è la Rai è stato un programma televisivo italiano ideato da Gianni Boncompagni e Irene Ghergo e diretto dallo stesso Boncompagni. Un varietà di balletti, giochi telefonici e canzoni, tutti eseguiti da un gruppo di ragazze adolescenti. Le edizioni più famose furono quelle condotte da Ambra Angioini, all’epoca una ragazzina poco più che quindicenne, guidata tramite un auricolare dal regista stesso. Gran parte dell’attenzione dei media si concentrò proprio su Ambra che giocava a fare la diva.

Diventò un vero e proprio fenomeno di costume degli anni Novanta, quasi un talent ante litteram che lanciò numerose soubrette, attrici, cantanti, conduttrici televisive e attrici comiche. Tra le più famose ricordiamo Laura Freddi, Alessia Mancini, Alessia Merz, Antonella Elia, Romina Mondello, Yvonne Sciò, Antonella Mosetti, Veronika Logan, Nicole Grimaudo, Cristina Quaranta, Sabrina Impacciatore, Claudia Gerini, Lucia Ocone, Miriana Trevisan e la stessa Ambra Angiolini.

Il programma attirò molte critiche. Numerose le polemiche anche da parte dei movimenti femministi. L’8 marzo 1994, Giornata Internazionale della Donna, Boncompagni rispose alle critiche facendo indossare alle protagoniste abiti da sposa.

Altro momento particolarmente difficile per la trasmissione fu durante la primavera del 1994, in pieno clima elettorale (furono le prime elezioni per la nascitura “seconda Repubblica”, in cui si fronteggiavano la coalizione di centrodestra, guidata da Silvio Berlusconi, quella di centrosinistra, guidata da Achille Occhetto e quella di centro, guidata da Mariotto Segni (per la storia le elezioni furono poi vinte dalla coalizione di centrodestra, grazie soprattutto all’intuizione dell’imprenditore Silvio Berlusconi che in poche settimane fondò un partito, Forza Italia, che risultò il più suffragato con circa il 22% dei voti). Ambra chiacchierava quotidianamente, in piena campagna elettorale, con un diavoletto virtuale: affermò che, secondo il diavoletto, Satana teneva per Achille Occhetto mentre il Padreterno era un sostenitore di Silvio Berlusconi.

Il fenomeno Non è la Rai è anche testimoniato dal fatto che davanti agli studi televisivi in cui veniva realizzata la trasmissione fin dal mattino, ogni giorno, si accalcavano centinaia di fan provenienti da tutta Italia. Successo ma anche critiche feroci: numerosi i detrattori che paradossalmente contribuirono al successo del varietà perché, anche grazie a loro, se ne parlava continuamente.

Il genio di Boncompagni riusciva a catalizzare sistematicamente e quasi quotidianamente le attenzioni dell’opinione pubblica e di tutti i media sul programma. Anche la Chiesa cadde nel tranello denunciando, mediante il settimanale Famiglia Cristiana, fenomeni di lolitismo.