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30 gennaio 1948. Muore il Mahatma Gandhi

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di Gianni De Iuliis

Mohāndās Karamchand Gāndhī, comunemente noto con l’appellativo onorifico di Mahatma, letteralmente “grande anima”, ma traducibile anche come “venerabile”, e per certi versi correlabile al termine occidentale “santo” (1869 –1948) è stato un politico, filosofo e avvocato indiano.

Altro suo soprannome è Bapu (traducibile come padre). Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici del satyagraha, un termine coniato da lui stesso, cioè la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l’India all’indipendenza. Il satyagraha è fondato sulla satya (verità) e sull’ahimsa (nonviolenza o amore, come dice nella sua autobiografia). Con le sue azioni Gandhi ha ispirato movimenti di difesa dei diritti civili e personalità quali Martin Luther King, Nelson Mandela e Aung San Suu Kyi.

In India, Gandhi è stato riconosciuto come “Padre della nazione” e il giorno della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo. Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della nonviolenza dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.