di Gianni De Iuliis
John Demjanjuk, è stato un militare ucraino naturalizzato statunitense. Arruolatosi come ausiliario nelle file delle SS, fu accusato di aver commesso crimini di guerra durante la seconda guerra mondiale, sebbene legalmente il suo status definitivo è stato di presunto innocente.
Nel 1983 il governo israeliano chiese che Demjanjuk fosse estradato nel loro paese per essere sottoposto a un giudizio, come previsto dalla legge di castigo di nazisti e collaboratori del 1950. L’estradizione in Israele fu concessa il 28 febbraio 1986 e quindi fu sottoposto a giudizio il 26 novembre dello stesso anno.
Il 18 aprile 1988 viene dichiarato colpevole di tutti i reati dei quali era accusato, e una settimana dopo venne condannato a morte. Il verdetto venne tuttavia revocato il 29 luglio 1993 da cinque giudici della Corte Suprema israeliana, sulla base di dichiarazioni rilasciate da ex-guardie di Treblinka ai sovietici durante i processi penali contro i cittadini ucraini che avevano collaborato con i nazisti come forze ausiliari durante la guerra, secondo le quali il vero cognome di Ivan era Marchenko e non Demjanjuk. Nel 1993 venne dunque scarcerato e riportato negli Stati Uniti, dove gli venne riconcessa la cittadinanza.