Didascalie delle opere a corredo dell’articolo precedente (n. 1)
Immagine nr. 1
Raffaello Sanzio, L’incendio di Borgo, 1514. L’Incendio di Borgo è un affresco che si trova nella omonima Stanza dell’Incendio di Borgo, una delle quattro Stanze Vaticane dei Palazzi Apostolici parte del circuito dei Musei Vaticani a Roma.
immagine nr. 2
Umberto Boccioni, Quelli che restano, olio su tela,1911, Museum of Modern Art di New York. L’opera fa parte di Stati d’animo, una trilogia di dipinti a olio su tela (ognuno circa 71 × 96 cm)
2. LE PAROLE DELL’ARTE
Non è facile il discorso sull’arte. Non può e non deve esserlo.
Domanda inutile: perché l’arte si dovrebbe comprendere senza alcuna fatica?
Risposta banale: perché l’artista ha un ‘messaggio’ da trasmettere!
Come dire: questione di sms: prima affreschi, tele e sculture, oggi telefonini.
Facili trappole da evitare:
Logica deduzione: un’arte che non parla non è arte.
Non è facile smontare questa posizione.
La radio, che per definizione è la forma di comunicazione più democratica (parla proprio a tutti!), se non fosse acquistata, collegata a un cavo elettrico, accesa e sintonizzata, resterebbe muta.
Logica deduzione: se non parla a tutti, non è radio.
Si potrebbe ipotizzare una sorta di democratizzazione dell’arte: arte per tutti. Interessante e politically correct ma concettualmente poco produttiva.
L’arte è una forma di cultura privilegiata. È una produzione umana non ineffabile.
Troveremo le parole.
Giuseppina Radice
Linguaggi a confronto
1552 – 1553 1911