Di Gianni DE Iuliis
Napoleone lasciò l’isola d’Elba il 26 febbraio 1815, alle sette di sera. In realtà non si trattò di una fuga ma di una partenza ben preparata da tempo nei minimi dettagli.
Fu un susseguirsi di eventi: i primi di febbraio infatti, approfittando di un attracco forzoso dell’imbarcazione Inconstant (un bastimento a due alberi costruito nei cantieri di Livorno nel 1810 lungo 30 metri e con 14 cannoni) che si era arenata nei pressi della rada di Portoferraio, Napoleone, con la scusa di doverla far riparare, la incominciò a riarmare di cannoni e la caricò con patate e acquavite e tutto ciò che poteva servirgli per il viaggio.
La notte del 25 febbraio, fu molto concitata e Napoleone preparò tutte le cose da portare via; poi, approfittando dello scirocco e della partenza del suo “controllore” inglese Campbell per Firenze, il 26 febbraio si imbarcò sul brigantino e partì con un piccolo esercito composto da 673 uomini, fra cui molti giovani delle famiglie elbane più in vista.
Quando Napoleone arrivò al porto per salire sulla piccola imbarcazione che lo avrebbe condotto a bordo dell’Inconstant a salutarlo c’era una folla di persone fra cui anche l’allora sindaco di Portoferraio.
I cittadini e le cittadine elbane al passaggio di Napoleone rimasero in silenzio e si scoprirono il capo per salutarlo, ma molte furono anche le parole che gli rivolsero sia di augurio, che di raccomandazione e di gratitudine.
Il pittore Joseph Beaume ha fissato i momenti precedenti la partenza di Napoleone dall’Isola d’Elba in un dipinto del 1836 dal titolo “Napoléon Ier quittant l’île d’Elbe, 26 février 1815”, esposto presso il Musée Naval et Napoléonien di Antibes in Costa Azzurra.