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25 novembre: no agli slogan, si all’eliminazione di tutte le forme di violenza.

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di Patrizia Orofino

Oggi tutto il mondo si mobilita per partecipare alle varie manifestazioni e meeting, per dire no alla violenza di genere. L’ONU istituì questa giornata nel 1999, per lanciare un’allarme a tutti i governi, affinchè si possano attuare leggi che, prevengano ogni forma di violenza, arginando, si spera una volta per tutte questa piaga indegna dell’essere umano. Sensibilizzare, per poi educare l’opinione pubblica sulla questione, è fondamentale. Tuttavia se è vero che, dall’albero si riconoscono i frutti, è necessaria una azione incisiva da parte di tutti i governi mondiali, così da smuovere le coscienze cercando di educare all’amore sacro per la vita e non abituarci agli amori malati. I famigliari delle vittime, lottano giorno dopo giorno per far emergere gli status di violenza, ricordando i propri cari morti per mano di chi doveva amarli. Ma come si può agire? Noi comuni cittadini già lo stiamo facendo. Le autorità? Ci sono leggi severe che tutelano le vittime e che diano la giusta condanna dei carnefici? Si, ma sono insufficienti. Per quel che riguarda il nostro paese, la legge sullo stalking sebbene sia stata un primo passo verso la tutela e la salvaguardia delle vittime, non riesce ad essere un deterrente incisivo. Si fa abbastanza per punire chi abusa di una donna, uomo o bambino? Noi donne siamo tristemente in vetta alle classifiche di abusi e femminicidi ma non dobbiamo dimenticare che la violenza non ha genere. Infatti, l’ONU istituendo la giornata del 25 Novembre, per dire No, ad ogni tipo di sopruso dalle mille sfaccettature non si riferisce solo a noi donne. Bisogna chiedere alle istituzioni di pianificare leggi più severe con la certezza della pena, cosa che nel nostro paese non è sempre certa. Una realtà giudiziaria che solleva tante polemiche comprensibili. si parte, sì dalla violenza nei confronti delle donne, per passare al bullismo o cyberg bullismo adolescenziale in ambito scolastico, sfruttamento del lavoro minorile e sessuale legato alla pedofilia sparsa in tutto il mondo, mobbing sul posto di lavoro, padri di famiglia che vengono licenziati perchè anziani, non riuscendo a ritrovare lavoro perdendo tutto; un divorzio dove i nuovi poveri sono gli ex mariti, l’alienazione parentale, l’omofobia che, ancora miete vittime con vili aggressioni ai danni di uomini, donne e transgender. Diciamo no, agli abusi di vittime innocenti, quelle che attendono giustizia e quelle che non l’avranno mai! Non pilotiamo una tendenza di moda, verso una sola direzione ma rifiutiamo ogni forma di prevaricazione e atti di violenza su ogni fronte. Raggiungere uno status da paese civile, si può ma necessita la volontà di tutti. No quindi, a tutte le forme di violenza di genere. Viva la vita.

foto tratta dai social