Sotto la guida del primo ministro Lothar de Maizière, la Germania Est negoziò con la Germania Ovest, il Regno Unito, la Francia, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica le condizioni per una riunificazione tedesca. Nonostante fosse disponibile a riconsiderare la sua iniziale opposizione alla riunificazione, l’Unione Sovietica non voleva che la Germania Est fosse assorbita nell’alleanza NATO. Comunque fu raggiunto un accordo che permise alla Germania di rimanere parte della NATO a condizione che truppe NATO non fossero stanziate nei territori della ex Germania Orientale. Il 14 luglio 1990, con un incontro nel Caucaso tra Gorbačëv e Helmut Kohl, il processo ebbe il definitivo via libera di Mosca.
Il 23 agosto il parlamento della Germania Orientale (Volkskammer) approvò la proposta di annessione alla RFT. Il patto di unificazione (Einigungsvertrag) tedesco fu firmato il 31 agosto 1990 dai rappresentanti di RDT e RFT. Il 12 settembre fu firmato il Trattato sullo stato finale della Germania, che stabilì ufficialmente la ristabilita piena sovranità di entrambi gli stati tedeschi.
La riunificazione tedesca avvenne il 3 ottobre 1990, quando i territori della Repubblica Democratica Tedesca (RDT, comunemente chiamata “Germania Est” in italiano; Deutsche Demokratische Republik, o DDR, in tedesco) vennero incorporati nell’allora “Germania Ovest” (in tedesco denominata ufficialmente Bundesrepublik Deutschland o BRD; in italiano Repubblica Federale Tedesca, o RFT), per poi costituirsi in cinque nuovi Länder (“stati federati”): Meclemburgo-Pomerania Anteriore, Brandeburgo, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia. Lo stato riunificato mantenne il nome che era della Germania Ovest ed è ancora oggi la Repubblica Federale Tedesca.