La mano sul cuore di Sergio Mattarella e lo sguardo attento del presidente della Repubblica sulla sfilata ai Fori imperiali, l’inno di Mameli cantato in coro nelle tribune, i ‘grazie’ di Giorgia Meloni ai reparti civili e militari dello Stato, il mega Tricolore sceso dall’alto con i paracadutisti dell’Esercito, il cielo grigio che si colora con le strisce delle Frecce. Pioggia e applausi per le celebrazioni del 2 giugno. Ombrelli aperti ma scaletta rispettata con un pubblico – tra battimani, canti e cori – che ‘riscalda’ la Festa della Repubblica.
“Celebrare i settantotto anni della nascita della Repubblica Italiana richiama i valori della nostra identità e di una Costituzione lungimirante e saggia, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione. Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno, in comunione di intenti e con la capacità di cooperare per il bene comune”. Il messaggio di Sergio Mattarella indirizzato al capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. “È la festa della nostra democrazia, la festa della nostra unità e del nostro orgoglio”, ricorda Meloni parlando con i cronisti prima della sfilata. Poi – a meno di una settimana dal voto – il ‘ponte’ con l’invito a tornare “alla prima idea di Europa” che valorizza le singole nazioni. “Questa festa – ricorda la presidente del Consiglio – è importante anche perché siamo in una campagna elettorale per le elezioni europee e in fondo questa festa ci ricorda anche la prima idea di Europa” che “immaginava che la sua forza, la forza della sua unione, fosse anche la forza e la specificità degli Stati nazionali. Forse dovremmo tornare a quell’embrione di idea europea e di sogno europeo”.
“A difesa della Repubblica. Al servizio del Paese” è il tema individuato quest’anno per le celebrazioni. E’ il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a rimarcare l’importanza delle nostre forze armate per un percorso di pace reso sempre più difficile in un quadro geopolitico con i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente a creare tensione e instabilità. “Nell’attuale, sempre più incerto, contesto internazionale, le nostre Forze Armate – spiega a margine della parata – sono anche fondamentali per contribuire alla pace laddove ci sono conflitti, guerre, tensioni, laddove la sicurezza internazionale è venuta a mancare, causando morti di civili inermi, specie donne e bambini, vittime ingiuste e spesso dimenticate”. La Festa della Repubblica, come da protocollo, inizia di prima mattina con Sergio Mattarella giunto all’Altare della Patria dove ha deposto una corona di alloro sulla tomba del Milite Ignoto. Poi, accolto dai “grazie Presidente” e dagli applausi del pubblico l’arrivo ai Fori imperiali sulla mitica Lancia Flaminia con accanto i corazzieri a cavallo.
Giorgia Meloni, arriva camminando da Piazza Venezia, nonostante la pioggia: applausi e selfie (“forza Giorgia” gridano alcuni) per la presidente del Consiglio che, prima dell’inizio della parata, si concede una pausa caffè, con Ignazio La Russa, in un bar all’angolo del vialone. “Ne avrò diritto anche io no?”, scherza uscendo dal locale.
La fascia tricolore di 300 sindaci apre così la parata. Il presidente della Repubblica è al centro della tribuna insieme ai presidenti di Camera e Senato, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana e a Giorgia Meloni. Presenti anche il vicepremier Antonio Tajani, diversi ministri, parlamentari, oltre alle più alte cariche istituzionali. Assente l’altro vicepremier, Matteo Salvini.
L’inno di Mameli è tra i protagonisti: prima con la voce di Claudio Baglioni poi nel finale quando il pubblico lo intona mentre la fanfara del quarto reggimento dei carabinieri e uno squadrone a cavallo rendono gli onori finali al capo dello Stato. Nel mezzo la corsa della fanfara dei bersaglieri, la sfilata dei reparti dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di Finanza, dell’Esercito e della Marina, con i loro mezzi e i loro stendardi decorati con le alte onorificenze. Spettacolare l’atterraggio di sei paracadutisti con la bandiera italiana proprio di fronte alla tribuna. Applausi delle cariche istituzionali con Ignazio La Russa a sventolare con enfasi un fazzoletto tricolore. I “grazie Presidente” accompagnano Mattarella a bordo della Lancia Flaminia. La parata è conclusa. Meloni torna a piedi verso piazza Venezia e si concede per una foto con la fanfara del quarto Reggimento a cavallo dei carabinieri assieme alla piccola mascotte dell’Arma, il cane Briciola. Infine, la premier raggiunge il Vittoriano per visitare, insieme al ministro Sangiuliano, la mostra “L’ultimo ritratto: Mazzini e Lega, storie parallele del Risorgimento”. Tra le opere principali esposte, un busto di Giovanni Spertini, che raffigura Giuseppe Mazzini con la fascia recante uno dei suoi motti più celebri “Dio e il popolo”, recentemente acquisito dal Vittoriano, e il dipinto di Silvestro Lega dal titolo “Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini”, proveniente dagli Stati Uniti, dal Museum of Art, Rhode Island School of Design di Providence. (AGI)
EIZ/NAT