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2 Giugno: Gentiloni, riscoperta patriottismo merito Quirinale

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“Questa riscoperta di un certo patriottismo, anche da parte delle forze di sinistra la si deve al lavoro fatto negli ultimi anni dai nostri Presidenti della Repubblica: Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella”. Così il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, parlando ad Ancona a sostegno dei candidati europei del Pd. Riferendosi alla ‘querelle’ sulla sovranità europea, aperta ieri dalla Lega nei confronti del Capo dello Stato, l’esponente dem ha detto che “chiamarla polemica è quasi nobilitare quello che abbiamo letto e sentito”, aggiungendo di volerla “mettere in positivo”. “Personalmente sono molto orgoglioso di essere italiano anche se, magari, da quattro-cinque anni vivo all’estero – ha spiegato -, ma quando sento l’inno nazionale, vedo il nostro tricolore, le Frecce Tricolori, un po’ mi commuovo e comunque mi piace”.
“Carlo Ciampi reintrodusse la grande festa del Due Giugno – ha ricordato Gentiloni – e non lo fece certo perché era un militarista, lui che da antifascista aveva passato gli anni dopo la guerra presso la sede della Banca d’Italia a Macerata, figurarsi se lo fece per bellicismo, ma perché aveva chiaro che questo simbolo di unità nazionale era importante per noi italiani”. Il commissario ha detto di sentirsi “un patriota e orgoglioso di essere italiano” ed aggiunto di sentirsi “straordinariamente fortunato di essere europeo, di essere nato in Europa e di poter godere di tutto ciò che l’Europa ci ha assicurato: la pace, il welfare, una certa libertà che non c’è in altre parti del mondo, l’aspettativa di vita più lunga del pianeta”. “Noi non metteremo mai in contrapposizione il fatto di sentirsi orgogliosamente italiani con l’appartenere a quella grande democrazia europea che Sergio Mattarella ha richiamato qualche giorno fa – ha detto ancora – e ha ragione il Capo dello Stato e lasciamo stare le critiche un po’ ridicole che gli vengono fatte”. Gentiloni, però, ha chiesto di “non sottovalutare l’idea di mettere in contrapposizione l’interesse del nostro Paese con l’interesse dell’Europa, perché in quella direzione non si va da nessuna parte”. “Dobbiamo fare il contrario – ha poi concluso – e penso che il Partito Democratico abbia dimostrato in questa campagna elettorale di essere un partito plurale ma unito”. (AGI)