di Corrado Gnerre
Il 3 agosto del 1962, alle 2 del mattino, cede l’ultimo strato di roccia del Traforo del Monte Bianco, traforo che poi verrà inaugurato tre anni dopo.
Ci viene da pensare a Pascal, il quale, in un suo pensiero, esprime questo concetto: la montagna è fortissima, l’uomo no. Una montagna non si può abbattere, l’uomo invece basta poco per farlo cadere, per annientarlo. Eppure -aggiunge Pascal- l’uomo è più potente di una montagna, perché la montagna non sa di essere forte, l’uomo invece sa di essere debole.
E’ una verità sacrosanta. La forza dell’uomo sta nel pensiero, nella capacità di ragionare, nel poter esercitare l’intelligenza. Tutte cose che gli derivano dal fatto che è autocosciente. La montagna non sa di esistere, l’uomo sì. La montagna non può sapere di essere se stessa, l’uomo sì.
E’ questa una delle prove che dimostrano quanto nell’uomo vi sia un’anima immortale e quanto l’uomo stesso non possa essere ridotto ad un semplice organismo cellulare, mosso esclusivamente da impulsi e meccanismi corporei.
Tornando all’evento del 3 agosto 1962, l’uomo può sventrare le montagne grazie a macchine che -forse- sono ideate da qualche ingegnere smilzo, fragile, malaticcio, per il quale basterebbe un nonnulla per farlo cadere, ma il cui pensiero può produrre una forza propulsiva capace di bucare la roccia.
E poi ci vengono a dire che l’uomo è solo un animale un po’ più evoluto…
Fonte: itresentieri.it/